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Coronavirus, caos Volley: futuro incerto. Tante spese, pochi sponsor

Coronavirus, caos Volley: futuro incerto. Tante spese, pochi sponsor

Il coronavirus, con l'emergenza che ha messo in ginocchio molte realtà imprenditoriali locali e le prossime trappe della 'fase 2' che dovrà attuarsi con regole e sistemi di sicurezza ben precisi e a volte onerosi, mettono a rischio la sopravvivenza stessa di sport meno ricchi e 'protetti' del calcio. Tra questi la pallavolo. La crisi e l’emergenza coinvolgono le società nazionali di volley, partendo dalle leghe più basse e dalle federazioni regionali accomunate dagli stessi problemi e con gli stessi dubbi sul futuro. Le incognite riguardano innanzitutto le strutture, per lo più palestre scolastiche e quindi la loro riapertura che va di pari passo con quella delle scuole. C'è poi da considerare la sanificazione delle strutture con i conseguenti costi di gestione e infine, forse la preoccupazione più seria, gli sponsor che vista la situazione economica potrebbero decidere di non investire più sullo sport per dirottare i soldi nelle aziende in crisi. Malgrado l'emergenza e la fortissima incertezza sul futuro, però, "questo non è il momento di fare capricci o esagerazioni". Lo dicono i presidenti delle federazioni regionali del Nord e del Sud interpellati dall'Agi. Lo sport cambierà e quindi bisogna cambiare anche "modi e abitudini" di tutti gli addetti ai lavori per salvare la pallavolo.

Preoccupazioni anche per le palestre scolastiche

Secondo Piero Cezza, presidente Fipav della regione più colpita dal coronavirus, la Lombardia, il rischio principale non è sulla 'deadline' bensì il fatto che "se ci fossero tanti paletti la pallavolo non si potrebbe giocare. Se si fossero troppe restrizioni la pallavolo, così come altri sport di squadra, non si potrà riprendere. Io sono un inguaribile ottimista e spero che con l'estate si possa risolvere tutto". Contattato telefonicamente da Agi il presidente dice che c'è bisogno di "far capire o sperare che una volta terminata l'emergenza qualcuno presti attenzione allo sport e dica che si può giocare". Le preoccupazioni principali "riguardano le aperture delle palestre da cui il nostro sport è totalmente dipendente. Soprattutto dalle palestre scolastiche visto che è il 95% delle società di pallavolo ad utilizzare le palestre scolastiche".     

Dal Veneto alla Puglia, la situazione

VENETO Per Roberto Maso, presidente Fipav del Veneto, seconda Regione più colpita dal Covid-19, i problemi sono gli stessi: "Questa sera faremo alcuni incontri con le società venete di B e quelle regionali. Un modo per capire le problematiche delle varie società". Il problema principale della pallavolo nella regione rimane quello di "affrontare l'inizio della prossima stagione. Non sappiamo ancora come la imposteremo e quali saranno gli impianti. Siamo molto incerti, non capiamo bene cosa e come fare". "Detto questo - prosegue Maso - l'aspetto economico è particolarmente pesante. Abbiamo aziende con dipendenti in cassa integrazione e quindi difficilmente sponsorizzeranno le società sportive".    Oltre all'aspetto economico c'è poi il discorso degli impianti. "Ad oggi non sappiamo in che modo e come partiremo per fare gli allenamenti. Mi riferisco alla sanificazione degli impianti, alle visite mediche - spiega all'AGI - stiamo cercando risorse per agevolare la vita delle società dal punto di vista economico e sollecitiamo il nazionale per quanto riguarda quello delle sanificazioni". Per la prossima stagione, conclude, "stiamo cercando di capire se spostare alcune scadenze lavorando a stretto contatto con le società".    

CAMPANIA Per quanto riguarda la Campania, una delle Regioni del Sud più colpite dal coronavirus, dice Guido Pasciari, membro del Consiglio federale della Federvolley e commissario Fipav della Campania, "il Comune di Napoli ha già preso a cuore la situazione e ha azzerato i pagamenti sia per le società sportive che per le federazioni che utilizzano palestre comunali. Quindi ho contattato l'Anci e a giorni dovremmo avere un incontro per chiedergli un intervento affinché la prassi napoletana possa essere riportata a tutti i comuni della regione. Gran risparmio per le nostre società".     "Il problema vero - anche per Pasciari - non è 'quando' ma 'come' si ripartirà". La questione sollevata da tutti i presidenti riguarda le strutture: "Come accedere in palestra, cosa fare con il semplice pallone. Inoltre quasi tutte le squadre utilizzano palestre scolastiche quindi siamo strettamente collegati alle scuole e alle riaperture scolastiche. Inoltre, per la sanificazione, a chi spettano i costi di gestione? Alla scuola? Al Comune? Alla società". Pasciari resta ottimista: "Noi riprenderemo. Verificheremo come, quando e quale sarà l'attività che proporremo - dichiara all'AGI - però vogliamo riprendere e ci stiamo interrogando sul come. Riprenderemo però quando avremo le idee certe".

- PUGLIA Anche per Paolo Indiveri, Presidente Fipav della Regione Puglia, "il problema principe è quello legato all'utilizzo delle palestre scolastiche e chiaramente la mancata riapertura porta delle problematiche estese all'utilizzo delle palestre stesse. Stiamo chiedendo a Stato e Regione di rendere le palestre fruibili a settembre a prescindere dall'attività didattica". Quindi la sanificazione. "Chi dovrà accollarsi la spesa resta un dubbio - spiega Indiveri - e bisognerà capire anche se va fatta prima, durante e dopo gli allenamenti e si tratta dello scoglio più insormontabile forse". Ciò di cui invece non ha dubbi, è del fatto che "il mondo della pallavolo ne uscirà sicuramente ridimensionato, le risorse verranno certamente a mancare però il movimento si è sempre saputo reinventare. Siamo sempre stati capaci di mettere un punto e di ricominciare. Bisogna pensare soltanto al bene dello sport, quella è la priorità".

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