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Coronavirus, Galliani: "Serie A a lungo a porte chiuse. Scordiamo stadi pieni"
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Coronavirus, Galliani: "Serie A a lungo a porte chiuse. Scordiamo stadi pieni"

Ha rilanciato il Monza insieme a Silvio Berlusconi come ai tempi d'oro con il Milan, ma ora, come tutti gli italiani, è bloccato in casa per via del coronavirus. Adriano Galliani, ad del club brianzolo, ha parlato di Serie A e di come passa le giornate di questi tempi ai microfoni di TeleRadioStereo 92.7: "Sto in casa e non esco assolutamente, ma la giornata vola - commenta -. Leggo i giornali durante la notte, mentre prima lo facevo la mattina, e durante la giornata ci sono molte più comunicazioni rispetto a prima; grazie alle nuove tecnologie riesco a fare riunioni e conferenze a distanza. Credo che ci sarà un mondo prima e dopo il coronavirus, ci si abituerà a vivere con questi mezzi in un modo diverso rispetto a come abbiamo fatto fino a qualche settimana fa". Su come pensa che il Paese uscirà da questa situazione: "Sono preoccupato come tutti per la salute di ognuno, ci sono ancora centinaia di morti ogni giorno e bisogna pensare a questo - prosegue -. Poi quando la guerra contro questo nemico invisibile sarà finita arriverà il momento di ricostruire il Paese che sta perdendo 100 miliardi al mese di produzione, bisognerà capire se i consumi riprenderanno come prima, cosa che io dubito. Pensiamo al turismo, questa estate non ci saranno stranieri e non avremmo italiani perché tutti i dipendenti ora sono in ferie e chi avrà la possibilità economiche per fare vacanze non potrà farle perché non ha più ferie. Immagino cosa accadrà al turismo che è il 7% del PIL italiano… Ora pensiamo alla salute poi a come far ripartire il nostro Paese".

La Serie A di nuovo in campo dopo la pandemia

"Abbiamo appena appreso che le Olimpiadi sono state spostate all’anno prossimo, bisogna affidarsi alla comunità scientifica e saranno i medici a dirci quando si potrà tornare a giocare. Fare previsioni adesso è inutile. Dipende dall’andamento del virus - dice Galliani parlano di un ritorno della Serie A in campo dopo la pandemia -, certo è che quando usciremo di casa non sarà più come prima, vedo difficile che 80mila persone possano tornare a radunarsi a San Siro… Credo si giocherà per molto a porte chiuse e poi forse uno seggiolino si e uno. Ma certamente ora bisogna pensare solo alla salute e poi a tutte le altre attività e il calcio è una delle altre attività". Alla domanda se ha notato leggerezza dei Paesi stranieri, Galliani conclude: "Faccio fatica a dare colpe agli altri Paesi, anche l’Italia ha perso tempo e doveva partire prima con i decreti. Non mi sento di giudicare nessuno, anche l’Italia se fosse avesse chiuso prima si vedrebbero i risultati. Io vivo in Lombardia e 2/3 dei morti arrivavano da questa regione, bisognava chiudere prima. Guarda caso da quando siamo chiusi i contagi e i morti sono diminuiti. Non essendoci vaccini l’unica soluzione è rimanere a casa rinchiusi e isolati. Questo virus se ne andrà completamente quando ci vorrà un vaccino, ma ci vorrà comunque un anno o due".

 

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