Follie allo Us Open: Djokovic e Federer clamorosamente ko
Mai si sarebbe potuto pensare a una doppia sorpresa del genere nell'ultimo Slam della stagione. Con Nadal fermo ai box per infortunio tutto lasciava pensare che ci si avviasse verso una logica finale tra Novak Djokovic e Roger Federer.
Invece le semifinali hanno ribaltato le certezze più granitiche. Prima è arrivato Kei Nishikori. Il giapponese, decima forza del seeding, ha eliminato Nole, primo favorito di Flushing Meadows, battendolo in quattro set con il punteggio di 6-4 1-6 7-6 (4) 6-3. Il suo coach Michael Chang (l'uomo che distrusse Ivan Lendl agli ottavi dopo un match pazzesco e poi andò a vincere il Roland Garros 1989 in finale contro Stefan Edberg) aveva giurato: “Kei può battere Nole e se lo batte può vincere il torneo”. Mezza profezia è avverata. Per l'altra metà dovrà passare sulla ferrea volontà dell'altro outsider che non ti aspetti.
Ecco il croato Marin Cilic, quattordicesimo del seeding, dare una lezione di tennis (6-3, 6-4, 6-4) a sua maestà Roger Federer. Una formalità sbrigata in un'ora e quarantaquattro minuti. Il 25enne di Međugorje era considerato un grande prospetto qualche anno fa, ma aveva sempre mancato il salto di qualità. Mai vincitore né di Slam, ma neppure di Master 1000 o 500. Nella sua bacheca "solo" 11 Master 250. E ora questa finale allo Us Open che rilancia la sua carriera.
Lui e Nishikori si giocheranno il titolo in un torneo dello Slam ed entreranno nello speciale club degli intrusi: dal 2008 a oggi, solo Juan Martin Del Potro (proprio nel torneo americano nel 2009) e Stan Wawrinka (proprio quest'anno a Melbourne) sono riusciti a vincere un torneo dello Slam negli ultimi anni spezzando l'oligopolio dei Fab4 (Djokovic-Nadal-Federer-Murray).