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Sport
Il lento declino del Milan stellare un brand mondiale che non deve sparire
Silvio Berlusconi

Vicini, forse, all'ultimo dei molti closing per la vendita del Milan una considerazione appare opportuna. La vendita sulla carta pare un vero affare, per la proprietà, per i tifosi e soprattutto per la squadra.

C'è sul piatto una valutazione importante ( per alcuni davvero troppo alta) fra i 700/800 milioni di euro fra squadra, debiti con le banche, gestione della società e campagna acquisti che dovrebbe rendere felici tutti, ma allora come mai tra rinvii, pagamenti a rate, dichiarazioni discordanti l'atmosfera che si respira non è di piena soddisfazione?.


LA STORIA PASSATA DEL MILAN


La risposta potrebbe nascere dal riprendere un po' di storia passata.

Già dal lontano 2012 il marchio Milan, brand di una delle squadre più titolate al mondo, rappresenta una squadra che purtroppo, non partecipa da tempo alle competizioni che contano,come ad esempio, la prestigiosa Champion.
A onor del vero il Milan ha vinto la Super Coppa Italia, ma insomma, con tutto il rispetto, siamo su un altro pianeta.


L'ARRIVO DI BARBARA BERLUSCONI


L'avvento di Barbara Berlusconi nella compagine direttiva ( le malelingue dicono per 'far fuori Adriano Galliani') ha spostato gli equilibri dirigenziali, trasformando il Milan in un soggetto a più teste e con progetti dedicati alla moda e all'immagine. Tutti interessanti e logici ma, probabilmente, non prioritari rispetto all'obiettivo numero uno della squadra: quello di ritornare grande sui campi.


TRE DECISIONI SBAGLIATE PER IL MILAN


In tempi vicini ma diversi sono nate tre decisioni tecniche considerate le pietre miliari dell'inizio della caduta che sembra inarrestabile.
La prima è stata il non rinnovo del contratto ad Andrea Pirlo e la sua successiva cessione alla Juventus.
Un disastro per il Milan, l'inizio di un ciclo formidabile per la Juventus.
La seconda è nata dal blocco del contratto già fatto per l'acquisto di Tevez e la vendita di Pato.
Accordi fatti, tutto pronto salvo che, all'ultimo momento da Arcore fu chiesto lo stop all'operazione ( complice forse la relazione conosciuta tra il gioiellino brasiliano e la figlia del Cavaliere ) con i successivi riflessi negativi.
Terza e ultima la vendita, quasi un fulmine a ciel sereno, di Thiago Silva e Zlatan Ibraimovich.

Tre decisioni che hanno decretato la fine di un'era.


LA FINE DI UN'ERA STELLARE


Da quel momento solo confusione: una triste campagna acquisti a parametro zero e una girandola di allenatori 'usa e getta' : da Allegri, Seedorf, Inzaghi,  Mihailovic, Brocchi per finire con il bravo Montella che, fortuna per la squadra, è riuscito a far tenere la barra dritta alla barca con i marinai a disposizione.


L'INFINITA VENDITA DEL MILAN


E quindi arriviamo alla storia infinita della vendita.
La famiglia Berlusconi vuole vendere e si comincia con Mister Bee Taechaubol , il thailandese i cui soldi mai si sono visti.
Poi si è passati alla cordata cinese dell'imprenditore Yonghong Li.
L'uomo d'affari, uno dei pochi cinesi che non paga in contanti, comincia a mandare sostanziosi anticipi.
Poi continui rimandi, difficoltà di inviare soldi dalla Cina, capitali che arrivano da paradisi fiscali, soci mai conosciuti, perdita nei pezzi della cordata. Un caos inimmaginabile.
Alla fine sembra rimanere solo il tycoon cinese, non in grado di sostenere il tutto da solo. In suo aiuto il prestito del  fondo americano Elliott. Un fondo  altamente speculativo, il che significa che in caso di non restituzione del prestito, lo stesso fondo potrebbe entrare nella proprietà della squadra. Un partner forse non proprio interessatissimo allo sport vero.


TANTA CONFUSIONE E POCHE CERTEZZE


Certo che, a pochi giorni dal closing, sembrano mancare sia  i fondi che una certa chiarezza strategica.

Sicuramente i nuovi proprietari sapranno rispondere a tre semplici domande : come coprire i debiti con le banche, come far funzionare il Milan, come fare una seria campagna acquisti senza sacrificare un paio di stelle come Gigio Donnarumma o Jack Bonaventura.

Berlusconi continua a ribadire che vuole dare il suo Milan in mani sicure ma quello che sta succedendo va in questa direzione?


UN COLPO DI TEATRO DEL CAVALIERE BERLUSCONI


Magari il colpo di teatro potrebbe arrivare in vista di una campagna elettorale politica complessa : il Cavaliere si tiene la caparra , si riprende il mano il Milan e,  dopo aver visto i vecchi video di Ruud Gullit, Marco Van Basten e Frank Rijkard decide una nuova stratosferica campagna acquisti.

Ma questo è un altro film e la storia, purtroppo , non si ripete.

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