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Il pakistano espulso ha giocato nella nazionale italiana under 19 di cricket
Foto in nazionale da Sportweek

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Il pakistano espulso per terrorismo, Farouq Aftab, era stato capitano della nazionale italiana di cricket in passato (nell'Under 19).  Il 26enne pakistano residente a Vaprio d'Adda (provincia di Milano), espulso dall'Italia con decreto firmato dal ministro dell'Interno Angelino Alfano, era un talento in questo sport molto popolare in Pakistan.

Aftab cambiò vita quando comunicò alla moglie 22enne (sempre in burqa) la decisione di partire per la jihad. Addio Vaprio d'Adda e lavoro da magazziniere al Decathlon di Basiano. E giuramento a gennaio ad Al Baghdadi, seguendo i precetti di Dabiq (la rivista dell'Is e principale strumento di propaganda del Daesh).

Il 26enne pakistano è diventato un aspirante terrorista. Ma il procuratore aggiunto Riccardo Romanelli e il pm Piero Basilone (che avevano raccolto un anno di indagini del Ros milanese guidato dal colonnello Paolo Storoni), hanno fatto partire il decreto di espulsione firmato dal ministro dell'Interno Angelino Alfano: "Aveva manifestato l'intenzione di compiere attentati", ha spiegato il titolare del Viminale mentre Farouq era già in volo per Islamabad".

Farouq Aftab  aveva seguito il percordo di radicalizzazione già visto nel caso dell'albanese Bledar Ibrahimi, espulso lo scorso marzo. Gli investigatori avevano intercettato frasi allarmanti lo scorso ottobre mentre il pakistano, passando in auto davanti all'aeroporto di Orio al Serio, commentava: "Qua è facile se uno vuole attaccare un aereo, c'è solo un filo di recinzione. Bisogna fare danni, stanno ammazzando i musulmani".

"Ti devo insegnare a guidare, così vai ad aiutare qualche mujaheddin ad ammazzare gli sciiti, oppure ammazzi qualche militare", diceva alla moglie il pakistano che si era informato sugli esplosivi e sui metal detector: "Per costruire una bomba - dice un giorno davanti a un centro commerciale - puoi comprare qui cose semplici. E con la gomma la bomba esplode". A San Silvestro, davanti a un'enoteca di Vaprio, spiega alla moglie: "Qua possiamo mettere la bomba o sparare col kalashnikov. Devono aver paura". E due giorni prima di Pasqua, ai fedeli che uscivano dalla chiesa del paese, urla: "Miscredenti! Infedeli!".

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