Maurizio Beretta ad Affari: "Norma sugli stadi? Non va dal punto di vista economico"
Di Giordano Brega
Gli spettatori sono tornati negli stadi. Per il secondo anno si registra un trend in crescita di presenze. "Si conferma una grande verità che noi abbiamo sempre sostenuto. Ossia che possono coesistere una fortissima diffusione televisiva del calcio italiano, con una presenza importante negli impianti sportivi". Lo spiega ad Affari Maurizio Beretta.
Il presidente della Lega Calcio aggiunge: "Anche quest'anno siamo cresciuti. Raggiungendo ormai i 24mila spettatori medi per partita. Un risultato importante. E ancora più impressionante se pensiamo che gli stadi nei quali siamo costretti a giocare in Italia sono, tranne qualche eccezione, molto lontani per standard qualititativi a quelli che vediamo in Germania, Inghilterra e Spagna". Il numero uno della 'confindustria del pallone' lancia un appello: "Bisogna lavorare tutti assieme, con gli strumenti giusti per consentire anche alle società italiane di avere stadi di proprietà e gestiti direttamente".
"Questo è il vero punto di handicap che le squadre del nostro Paese hanno nel confronto con il resto del grande calcio europeo. Bisogna lavorare perché questo gap venga colmato", sottolinea Beretta.

Una situazione di cui si parla da anni. Ritiene che si stia muovendo qualcosa di concreto su questo fronte?
"E' stata approvata, con la legge di stabilità, una norma che è utile per una parte. Ossia per quel che concerne le procedure e la certezza dei tempi. Da questo punto di vista è un passo in avanti importante. Per quanto riguarda i grandi impianti che servono alla serie A, la parte di perequazione economica - che esiste e che c'è stata in tutti i Paesi europei - qui è stata fatta in maniera certamente non soddisfacente. E rischia un po' di vanificare le opportunità. Penso che dobbiamo cercare di lavorare su questo aspetto"
Un altro gap che paga il calcio italiano rispetto ad altri grandi campionati è legato all'appeal all'estero. Soprattutto per quel che concerne i mercati asiatici. State pensando a qualche misura che lo promuova maggiormente su questi mercati? L'arrivo di Thohir può aiutare in tal senso?
"Questa è una costante degli ultimi anni. Vorrei ricordare che noi abbiamo giocato alcune finali di Supercoppa negli ultimi anni in Cina, proprio in questa chiave. Ossia far conoscere ancora di più il nostro calcio in un'area straordinaria come questa. Continueremo certamente in questa direzione e iniziamo anche ad avere protagonisti che portano in modo diretto le sensibilità di quei Paesi e di quelle aeree"