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Pensioni marzo pagate prima: ecco quando e come. Pensioni News

Pensioni marzo pagate prima: l'annuncio che fa felici i pensionati e le date

Pensioni del mese di marzo accreditate a partire da martedì 23 febbraio. Lo comunica Poste Italiane  per i titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. Non solo. I pensionati titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti da oltre 7.000 Atm Postamat, senza bisogno di recarsi allo sportello.

Pensioni marzo pagate prima: ecco perché

Le modalità di pagamento delle PENSIONI? Poste Italiane spiega che "hanno carattere precauzionale e sono state introdotte con l'obiettivo di garantire la fornitura di un servizio essenziale tutelando la salute dei lavoratori e dei clienti di Poste Italiane nell'attuale fase di emergenza sanitaria".

I pensionati che devono ritirarle in contanti in un Ufficio Postale, dovranno presentarsi agli sportelli rispettando la turnazione alfabetica prevista dal seguente calendario che potrà variare a seconda del numero di giorni di apertura dell'ufficio postale di riferimento: i cognomi dalla A alla B martedì 23 febbraio, dalla C alla D mercoledì 24 febbraio, dalla E alla K giovedì 25 febbraio, dalla L alla O venerdì 26 febbraio,dalla P alla R sabato mattina 27 febbraio, dalla S alla Z lunedì 1° marzo. 

Pensioni Quota 100, svolta con il governo Draghi. Pensioni news

Quota 100 pensioni sarebbe stata archiviata il 31 dicembre 2021 con il governo Conte. Cambierà qualcosa con Draghi premier? Sembra proprio di no. Intanto va detto che sono in partenza le consultazioni per la riforma del sistema pensionistico. Certezze (per ora) non ce ne sono, ma è altamente probabile che Draghi sceglierà di non prorogare questa misura di pensionamento anticipato. Il motivo? Non dimentichiamo che da Bruxelles era arrivata l'indicazione all'Italia di rivedere il sistema pensionistico in vista dell'accesso Recovery Fund. Sul tema di quota 100 Draghi e la Commissione Ue sembrano avere una posizione simile sulla Quota 100. Stando ai calcoli della Cgil tra l'altro sono stati 268mila gli anticipi pensionistici con questo strumento e, a fine anno, la proiezione porta a 377mila (con una spesa di 14 miliardi rispetto ai 21 stanziati). L'adesione a quota 100 pensioni sarà dunque al di sotto del milione di uscite anticipate dal lavoro che si prevedevano quando questa misura venne varata.

Pensioni Quota 100, Cigl dice no alla proroga

Il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli è stato chiaro: "La sola proroga di Quota 100 rappresenterebbe un ennesimo intervento spot che non modificherebbe la legge Fornero e non darebbe risposte alle persone che lavorano. Dopo una proroga di uno o due anni ci si ritroverebbe al punto di partenza e comunque nel frattempo per chi non raggiunge i 38 anni di contributi, o i 62 anni di eta', non cambierebbe assolutamente nulla". "È necessaria quindi – spiega la nota – una riforma seria e duratura, che consenta a tutti i lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione dopo i 62 anni o con 41 anni di contributi, ed in particolare che affronti il tema di chi fa i lavori manuali o gravosi, riconosca il lavoro di cura e la situazione specifica delle donne e che dia una prospettiva previdenziale ai giovani e a chi fa lavori poveri o discontinui. In sostanza una riforma che guardi al mondo del lavoro di oggi e a quello futuro e non a quello che è stato. Il fatto che tutte le persone che andranno in pensione da ora in poi avranno prevalentemente un calcolo contributivo, rende queste misure non solo eque socialmente ma anche compatibili finanziariamente. Su questi argomenti il nuovo Governo dovrebbe riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali".

"Quota 100 ha restituito equità a circa 400mila italiani, è costata meno del previsto e sono convinto che non si debba tornare alla sciagurata legge Fornero", ha spiegato Matteo Salvini nelle scorse ore in un'intervista a l'Avvenire, ma l'impressione è che il governo Draghi non concederà proroghe. Il problema è che dal 1 gennaio 2022 non si potrà andare in pensione prima dei 67 anni di età. E quindi questi mesi saranno cruciali per trovare una quadra nella riforma del sistema pensionistico.

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