Il Milan è prigioniero di Robinho...

Di Alberto Foà
La campagna acquisti del Milan dipende dalle cessioni. Il ragionamento non fa una grinza. Quindi si dovrebbe ragionare sul cedere, finalmente, qualcuno.Tipo Robinho, for example; magari non El Sharaawy.
Esempio per esempio, va però messo in conto che, per esempio appunto, il Santos Robinho non lo voglia o che magari lo voglia ma non voglia assolutamente pagargli un milione di euro al mese cioè quanto il calciatore prenderebbe restando al Milan; una cifra che per minuti giocati sarebbe giusto di poco inferiore a quanto regalato da Moratti a Recoba e che a voler pensar male – cioè bene, nei panni di Robinho – potrebbe fare la differenza anche per le dichiarazioni d’amore –passate, presenti e future - che l’attaccante rilascia verso la maglia rossonera.
Fin qui niente di strano. Fanno invece tenerezza – a proposito di dichiarazioni – quelle di Galliani nei confronti di Robinho: “L’ho visto bene”, “E’ un grande campione”, “L’allenatore mi dice che si sta impegnando molto”.
Ora, a parte che di quello che dice o non dice Allegri non è che il Milan faccia, di norma, vangelo, e che mi piacerebbe sapere cosa Galliani intenda per “aver visto bene” Robinho, quella che lascia di stucco come i barbatrucchi dei barbapapà è la definizione di “grande campione”. Questo almeno dati alla mano, stando all’attualità e al recente passato.
Poi, certo, se Galliani sa qualcosa che noi ignoriamo, allora non lo cambi neppure con Messi e anzi, gli aumenti pure lo stipendio perché, si sa mai, va bene l’amore per il Milan ma se il Barcellona gliene offrisse 13, di milioni al mese, magari sarebbe Robinho a volersene andare…E sai che guaio, a quel punto…