Dedè chiama il Milan. Da Montella a Donadoni è sempre toto-mister per il post Allegri

Dedè chiama il Diavolo - Il Milan deve cercare rinforzi per la difesa. Resistono i collaudati Davide Astori da Cagliari (per Cellino vale 15 mln) e Angelo Ogbonna da Torino (Cairo lo valuta però sui venti milioni). Tra le piste estere ci sono il 21enne mancino Martins Indi (valido anche come terzino sinistro) del Feyenoord. In queste ore un'intervista al procuratore di Dedé - centrale del Vasco da Gama - ha portato a un ritorno di fiamma nei suoi confronti. Il 24enne venne cercato già la scorsa estate a cavallo dell'addio di Thiago Silva.
Fronte mister - Con Allegri davvero vicino alla Roma (anche se i 6 milioni dello Skaktar lo fanno umanamente vacillare) il toto-allenatore in chiave rossonera è alle stelle. Restano in pole le candidature di Vincenzo Montella (prima scelta di Silvio Berlusconi, come Affari spiegò già oltre due mesi fa) e Roberto Donadoni (più semplice l'addio a Parma rispetto a quello dell'Aeroplanino dai Della Valle). Per il resto come outsider ci sono le suggestioni legate ad ex senatori che si stanno cimentando in panca e si propongono come tecnici rampanti. Da Clarence Seedorf (che sogna un ruolo, anche dirigenziale in alternativa) a Gennato Gattuso (ora allenatore-giocatore del Sion e a fine stagione appenderà gli scarpini al chiodo). Più indietro Pippo Inzaghi (ch comunque è cresciuto alla guida degli Allievi) e attenti alla candidatura di Mark Van Bommel. L'olandese ci spera e Mino Raiola lo raccomanda a Galliani. Senza dimenticare quel Marco Van Basten che recentemente ha rilasciato dichiarazioni di apertura al suo Milan...

MILAN-ROBINHO,
VERSO L'ADDIO IN ESTATE
Era rimasto a gennaio anche in virtù di quell'esperienza internazionale che poteva portarlo a esseree leader in vista del doppio confronto col Barcellona, ora Robinho può anche lasciare Milanello per sempre. La parte finale del ritorno al Camp Nou lo ha visto mettere in mostra tutte le contraddizioni della sua avventura rossonera: voglia di lottare (forte nelle prime due stagioni), alternata a sufficienza (in quest'ultimo periodo, quando ha giocato cioè non spesso). L'ultima colpa? Non uno dei celebri gol sbagliati a zero metri dalla porta (tanti, più di quelli, pur pesanti che ha segnato nella sua avventura milanista), ma quella punizione non battuta lunga (dov'erano in area tutti i rossoneri, compresi i difensori) e che ha provocato la palla persa nel contropiede del 4-0 che ha ucciso le speranze rossonere di euro-miracolo. Un flashback che fa venire ancora gli incubi e bruciori di stomaco a molti tifosi del Milan. Ma più di questo, pesa la saudade di Santos. Che non valeva dieci milioni a gennaio, ma che a 7,5 milioni ora potrebbe liberarlo già entro fine marzo (quando chiude il mercato brasiliano). Il club paulista sta valutando se ci sono gli estremi per un assalto in zona Cesarini o se rimandare il tutto a giugno. Quando il valore di Binho sarà ancora più basso (a un anno dalla scadenza di contratto). Di certo il fantasista non fa più parte del progetto tecnico rossonero, sempre più votato alla caccia dei giovani (in estate arriva Riki Saponara, si sogna anche Simone Zaza e non si esclude il ritorno di Alberto Paloschi) e poco propenso a pagare ingaggi da mille e una notte (Robi arriva a quota sei), soprattutto se a giocatori che neppure sono veri e propri top player. In questo senso Robinho è un lusso di cui a Milanello cercheranno di liberarsi in proiezione di futuro prossimo.
Per il resto hanno ripreso con forza le voci sui contatti tra Allegri e la Roma. Non è un segreto che il club giallorosso metta il tecnico livornese tra i suoi preferiti per la prossima rifondazione nell'anno post-Zeman (che viene dopo l'anno post-Luis Enrique). Per adesso, tra il Conte Max e Silvio Berlusconi è in atto una tregua: il patron non ha certo gradito i 4 gol incassati a Barcellona, mja più di ogni cosa ora chiede al suo mister la qualificazione in Champions League. Poi se ne riparlerà...