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Diaconale: "Perché la Pellegrini può nuotare e Immobile non può allenarsi?"

CORONAVIRUS: DIACONALE E GLI ALLENAMENTI, 'PERCHE' FEDERICA PELLEGRINI SI' E IMMOBILE NO?'

"Ho sentito parlare di etica, ma perché la Pellegrini può tornare a nuotare e Immobile, Mertens o chi per esso non possono allenarsi? E' ridicolo". Arturo Diaconale, responsabile comunicazione della Lazio, torna sugli allenamenti sportivi nella cosiddetta fase 2 dell'emergenza coronavirus. Intervistato da Radio Punto Nuovo Sport Show, Diaconale osserva che "il presidente del Consiglio ha dato una vaga apertura, il ministro dello Sport invece chiude. Un segnale del genere al Paese è preoccupante, perché dà l'impressione di essere rappresentati da gente con idee poco chiare".

LAZIO. TARE "SPADAFORA NON CI AIUTA, CI SENTIAMO DISCRIMINATI"

"Siamo rimasti sorpresi dalle dichiarazioni del premier Conte e dal ministro Spadafora. Finora abbiamo rispettato ogni decisione presa dal Governo italiano, il 4 maggio avrebbe dovuto essere un punto di partenza per gli allenamenti del calcio. Viste le decisioni prese per gli altri sport, ci sentiamo discriminati. Non dimentichiamoci che sono passati due mesi dall'ultima partita, uno stop mai visto nella storia del calcio: non so quale sia lo scopo del ministro ma in questo modo non sta aiutando il calcio". Questa la dura posizione di Igli TARE, direttore sportivo della Lazio, dopo la decisione del Governo di non far ripartire gli allenamenti degli sport di squadra il prossimo 4 maggio. "Non capisco perche' ci si possa allenare in un parco pubblico e non nei centri sportivi delle squadre, cosi' non si tutela la salute dei calciatori e delle persone - ha proseguito il ds biancoceleste ai microfoni di Lazio Style Radio - Siamo consapevoli di dover stare attenti ad ogni rischio, anche per rispettare i sacrifici fatti da tutte le persone, ma cosi' non va bene".

"Il calcio - ha concluso TARE - e' un fattore sociale molto importante per il Paese. Non stiamo cercando di aprire gli stadi, ma soltanto di svolgere le ultime partite e finire il campionato nel rispetto delle regole. Il tutto prescinde dalla classifica, che abbiamo guadagnato sul campo. Abbiamo bisogno di finire questo torneo per il bene del sistema calcistico italiano. In Germania sono tutti uniti nel finire il campionato, c'e' di mezzo la continuita' calcistica nella nazione. La stessa cosa vale per l'Italia, tutte le societa' devono prendere posizione: il protocollo presentato rispetta tutte le norme".

Coronavirus, Serie A Gravina: "Pronti a modificare il protocollo di sicurezza"

"Per ripartire la Figc ha stilato un protocollo molto rigoroso, come hanno fatto tutti gli altri settori, ma siamo pronti ad integrarlo e a modificarlo recependo le indicazioni dello stesso Comitato, del Coni e riconoscendo l’Fmsi quale riferimento scientifico per armonizzare il tutto". La Serie A va dunque verso la riapertura, con la ripresa degli allenamenti fissata, probabilmente, per il prossimo 18 maggio, e la ripresa del campionato tra il 10-12 giugno. "Lavoriamo per far ripartire il calcio in sicurezza, non per farlo ripartire e basta. Continueremo a dialogare con le istituzioni animati dallo spirito di collaborazione che ci ha sempre contraddistinto, avanzando proposte, recependo osservazioni e proponendo soluzioni” le parole del numero uno della Federcalcio. “Abbiamo sempre affermato – continua Gravina – di voler ripartire quando ci sarebbero state le condizioni e l’orizzonte prospettato dal Governo ci consente di farlo. Siamo convinti della strada che abbiamo intrapreso perché è seria e responsabile, l’unica che persegue l’interesse generale del sistema e quello più complessivo dello sport italiano che, per diversi motivi, sarebbe anch’esso danneggiato dallo stop definitivo del campionato di Serie A”.

Il Consiglio federale l'8 maggio

“Siamo concentrati sulla fase più delicata dell’emergenza generata dall’epidemia di Coronavirus – aggiunge Gravina – lavoriamo incessantemente per definire le migliori condizioni per il completamento dei campionati sospesi, pianificando in modo responsabile tutti i passi da compiere, ma anche per definire gli scenari futuri. Ho convocato il Consiglio federale per l’8 maggio proprio per delimitare il perimetro regolamentare nel quale operare”. “In un momento delicato come quello che stiamo vivendo – conclude il presidente della FIGC -, un periodo dove è stato necessario dividere le discipline sportive in individuali e collettive, rivolgo un invito, da semplice tifoso di calcio, a mettere da parte le polemiche sterili, a lavorare insieme e a giocare di squadra per superare la crisi”.

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