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Sinner, cronaca di un caso esemplare trasformato in anomalia

Jannik Sinner

Sinner, dalla giustizia alla politica all’overtourism: vincono leggerezza e superficialità

Il caso Sinner è stato gestito come dovrebbe esserlo qualsiasi caso “giudiziario” prima della sentenza, ovvero nel silenzio e nel rispetto di chi è sotto accusa. Sinner è stato assolto. Punto. Dimostrando grande maturità lo stesso Sinner ha spiegato i motivi della velocità e del perché, ovvero ha capito subito la causa dell’incidente fortuito e lo ha segnalato tempestivamente (a differenza di altri casi).

Caso chiuso? Trionfo della giustizia? No per molto leoni di tastiera. I famelici commentatori si sono scatenati nello scovare e enfatizzare le voci dissidenti (tennisti e esperti alla ricerca di un briciolo di notorietà) che hanno lamentato il trattamento di favore per l’Italiano. Anziché indagare il perché su altri si è verificato il contrario hanno puntato il dito contro Sinner, reo di aver avuto un processo giusto. Lo spunto è perfetto per capire il malessere giudiziario.

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Per una volta dovremmo brindare che le cose sono andate come dovrebbero, invece no. Ormai prevale la forma mentis del sospetto, le sentenze non contano più nulla. Non c’è più spazio per le analisi nel merito, contano solo i sensazionalismi che danno risalto al sospetto e alle indagini morbose e quasi zero ai fatti e alle assoluzioni. Tutto questo è frutto delle semplificazioni, tante ore al giorno sui social senza approfondire niente, si leggono sempre meno libri ma solo estratti e molta stampa, anche quella tradizionale, ha inseguito questa deriva.

E la politica? Be’ che dire, il grillismo ha aperto un’autostrada su questi approcci (ricordate il famoso “abbiamo abolito la povertà”?) e non a caso hanno trovato sponda anche fra quotidiani più o meno autorevoli. E il turismo? Si sta parlando molto di overtourism, ovvero dell’eccesso di turisti ovunque.

Più che la folla preoccupano, anche qui, la mancanza di profondità, la facilità di viaggiare ha fatto diventare molti “esperti” di terre lontane e culture millenarie, altri sono diventati maratoneti di capitali, senza ovviamente conoscere nulla di quei posti, basta mettere una bandierina e qualche foto su Instagram, poi quelle destinazioni e quelle culture torneranno nell’oblio, tutto il contrario della conoscenza.

Stesso schema della giustizia e del caso Sinner. Volo pindarico? No, la matrice è la stessa: superficialità e leggerezza. Ma dubito che i pochi che commenteranno questo pezzo (probabilmente con insulti e stupidaggini) siano arrivati fin qui a leggere.





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