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Sport
Superlega flop? I responsabili siano 'condannati' non con un semplice buffetto
(fonte IPA) Florentino Perez

L’insuccesso della “follia superlega” è, sinteticamente, rappresentato dalla frase in apertura di questo articolo .

Basti prendere a riferimento uno dei cofondatori: il Barcellona F.C.

In questo progetto come si dovrebbe leggere il claim del club “Mès que un club” che simboleggia una città, un paese, la Catalogna, che ha una propria lingua, una propria identità, un proprio patrimonio storico? Un Club che non è solo una squadra di calcio, ma rappresenta l’anima di molti milioni di tifosi.

Al di là dei veleni, sia nazionali sia europei, che questo dramma shakespeariano rappresentato tra la notte del 19 aprile ed il 20 successivo, mi preme porre in evidenza alcuni comportamenti tenuti dai nostri Club e non solo da quelli definiti “rivoluzionari” (Juventus, Inter, Milan).

Le motivazioni con cui i massimi esponenti di questi club sono state presentate all’opinione pubblica offendono l’intelligenza e la serietà stessa di coloro che le hanno esternate, richiamando quali motivazioni di base il deficit finanziario strutturale del calcio e la pandemia, coinvolgendo cause endogene storiche, da loro stessi prodotte con drammatici eventi mondiali.

Pensare che il progetto sia stato elaborato, esaminato, discusso e formalizzato solo dai “proprietari” dei club, è una vera e propria mistificazione , solo che si rifletta sulla composizione azionaria dei soci di riferimento (Fondo Elliot, Gruppo Suning, Exor N.V.).

Le dichiarazioni di scuse di Paolo Maldini “Vorrei precisare che non sono mai stato coinvolto nelle discussioni che riguardavano la Superleague. L’ho saputo domenica sera come tutti voi. Questa è una cosa che si è decisa a livello più alto rispetto al mio. C’è stata un po’ di confusione. Questo non mi esenta dal prendere la responsabilità di scusarmi con i tifosi del Milan e non solo che si sono sentiti traditi”, sono dichiarazioni formulate a titolo personale, che dissociano l’uomo dal Dirigente.

Ma, comunque, non dissolvono la nebbia che avvolge la Società ed il suo comportamento.

In questo tsunami calcistico un ruolo fondamentale hanno avuto i comportamenti nei confronti dei tifosi.

La Roma, il cui socio di riferimento, più di ogni altro vicino al fenomeno NBA, portato a modello (sic!), ha emesso un Comunicato significativo: ”La AS Roma è fortemente contraria a questo modello “chiuso”, perché totalmente in contrasto con lo spirito del gioco che tutti noi amiamo. Certe cose sono più importanti del denaro e noi restiamo assolutamente impegnati nel calcio italiano e nelle competizioni europee aperte a tutti”.

Il ruolo più importante, non solo per il prestigio sul campo, ma, soprattutto, per il modello di azionariato di riferimento, è stato il Club Campione del mondo, il Bayern Munchen.

Nel Comunicato ufficiale il Club ribadisce di avere “una posizione chiara sulla questione della SuperLeague i nostri membri e tifosi rifiutano una Super League …Come FC Bayern è nostro desiderio e obiettivo che i club europei vivano la meravigliosa ed emozionante competizione che è la Champions League e la sviluppino insieme alla UEFA”.

Tale atteggiamento di fronte all’opinione pubblica è soprattutto anche il frutto della presenza, maggioritaria e determinante, nell’azionariato del Club ( 73% circa) della “FC Bayern Munchen e.V. (Eingetragener Verein)”, associazione che coinvolge circa 200.000  tifosi, nel rispetto della regola del 50%+1 dell’azionariato  dei club professionisti in mano ai tifosi.

E gli altri club italiani?

Silenzio; un silenzio assordante, forse causato dalla presenza dei vari presidenti negli organi istituzionali del calcio nostrano (FIGC, Lega Calcio Serie A)?

Come si devono ora leggere sia il contrasto all’ingresso dei Fondi nella Lega Serie A, sia la lettera di sfiducia al Presidente Dal Pino?

E quei sette signori” che l’hanno sottoscritta, come potranno non essere guardati come “sudditi” del principale ispiratore della Superlega, Agnelli?

Tutta la vicenda ha “violentato” il valore da sempre portato avanti dall’UEFA anche sulle maglie ed in tutte le competizioni: RESPECT.

Per questa violenza i responsabili non possono non essere condannati e non con un semplice “buffetto”.

Diversamente, dovremmo ritenere sempre valido il “Regolamento (n. 6975)  da impiegare a bordo dei legni e dei bastimenti della Real Marina” – Napoli 20 settembre 1841- Capitolo XIX- art. 27 “Facite Ammunina”.

* Presidente Federsupporter

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