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Torino, non c'è limite al peggio: la deprimente eredità di Urbano Cairo
Urbano Cairo (Lapresse)

Caro Presidente, siamo agli albori di un nuovo anno che tutti auspichiamo non risponda alla tradizione menagrama del famoso detto "non c'è mai limite al peggio".

Del resto il nostro Toro, mi permetta questa condivisione senza averne titolo azionario, la maglia della sfiga non ha mai smesso di indossarla. Quando si parla di malasorte, un granata sotto la Mole non può fare a meno di volgere lo sguardo alla collina di Superga, dove si schiantò l'aereo del Grande Torino. Subito dopo si pensa a corso Re Umberto dove un giovane Meroni, speranza della rinascita torinista, viene investito da un tifoso granata che diventerà poi Presidente del club anni dopo. Tutte ironie della sorte a lei note che, però, è sempre bene rievocare per non dimenticare da dove veniamo.

Siamo quella squadra che ha avuto capitano tra i capitani un combattente come Giorgio Ferrini che non potè festeggiare uno scudetto, quello del '76, che aveva sempre sognato. Viene stroncato a soli 37 anni da due emorragie cerebrali a distanza di poche mesi. Una non era abbastanza per quella roccia. Muore l'8 novembre 1976 dopo aver lottato per 17 stagioni e 566 partite per la nostra maglia. Una delle stelle più luminose del firmamento granata.

Vogliamo parlare di Amsterdam? La maggior parte della gente pensa a quella città per la gangia e le simpatiche donnine in vetrina. I granata no. Riescono a ricordare solo la sedia alzata verso il cielo da Mondonico per un rigore non concesso dall'arbitro Petkovic su un fallo ai danni di Cravero. Un solo gol ci sarebbe bastato, invece la sorte ci regalò due pezzi di legno colpiti a pochi minuti dalla fine da Mussi e Sordo. Credo abbiano gli incubi ancora oggi.

Nel 2005 il nostro Toro fallisce per una falsa polizza fideiussoria delle Assicurazioni Generali da 18 milioni, 794mila e 268 euro rifilata all'ex presidente Cimminelli. Ci mancava poco che ci vendessero anche le rovine dello stadio Filadelfia. Ah no, quello lo hanno abbattutto nel 1997. Il resto della storia più o meno lo conosce.

Quest'anno si dice che andremo di nuovo in serie B. Non credo sia il peggiore dei mali in assoluto. Lo scorso anno siamo riusciti a perdere per 7 a 0 in casa. Non era mai accaduto in oltre 100 anni di storia. Questa squadra ha eguagliato il record di sconfitte consecutive (per la seconda volta sotto la sua presidenza). Abbiamo subito ben 16 rimonte e conseguito una sola vittoria in 13 partite di campionato eguagliando il record negativo della stagione 2002-2003. Oggi siamo ultimi in classifica con 8 punti raccolti in 14 gare. Non ce la possiamo nemmeno più prendere con la Juventus che abbiamo battuto a casa loro l'ultima volta 25 anni fa.

Presidente Cairo, lei è il secondo presidente più longevo nella storia granata (dopo Orfeo Pianelli), vuole davvero lasciare questa deprimente eredità? La esorto a un moto d'orgoglio che possa consacrarla nel Valhalla granata. Lasci perdere i bilanci e le plusvalenze, si concentri solo sul mito dell'eroe. Indebiti la società comprando giocatori come Messi, Kimbembe, Torres, Griezmann, Llorente, Coutinho, De Jong, Jiminez, Wijnaldum, Modric, Valverde, Jota, Suarez, Kantè, Fabinho, Coman, Di Maria, Vardy, Papu Gomez, Sancho, Sergio Ramos, Neymar, Benzema, Van Dijk, Salah, Mbappè, De Bruyne, Lewandowski, così a casaccio insieme a qualche bella promessa e certezza nazionale. Prenda un allenatore di quelli che sanno gestire queste alchimie perigliose. Butti la squadra nella mischia e si giochi il tutto per tutto. Sicuramente fallirà economicamente, ma vuole mettere la soddisfazione di vincere uno scudetto, due derby e giocarsi la Champions? Tra cent'anni nei paraggi del Filadelfia racconteranno ancora ai bambini dell'intrepido Urbano Cairo che fece di nuovo grande il Toro. Buon Anno, Presidente.

Torino Football Club

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