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"Giocavo a piedi scalzi, ho avuto poi la fortuna di giocare a calcio a livello internazionale con squadre importanti, sono innamorato del calcio. Mia moglie dice che sono piu' innamorato del pallone che di lei". Ci ride su il Trap ma il segreto e' questo. Il segreto di chi, a 74 anni, dopo aver vinto tutto e dovunque, ha ancora voglia di rimettersi in gioco, con una passione che e' sempre quella di un tempo. "Vedo ancora video su video - rivela Giovanni Trapattoni, ospite di 'Quelli che il calcio' - Ho i miei tecnici che mi programmano le gare analizzando tutti i particolari, che sono quelli che oggi ti danno risultati ed entusiasmo, che entusiasmano anche la squadra". Poche settimane fa e' arrivato l'addio all'Irlanda, un addio quasi obbligato perche', fallita la qualificazione per il Brasile, "non avevo piu' obiettivi da raggiungere dopo 5 anni. Abbiamo raggiunto i play-off mondiali dove siamo stati eliminati dalla Francia, ci siamo qualificati per un Europeo dopo 24 anni e ho mantenuto la mia promessa alla Federazione di rinnovare tutto il gruppo. Abbiamo costruito una squadra molto giovane, con ragazzi che non giocano nemmeno nella B inglese e che mi hanno ringraziato di averli portati in nazionale. Ma quando si e' giovani si commetto anche delle ingenuita', vedi il pari subito dall'Austria al 92'. E cosi' abbiamo deciso di lasciarci in armonia". Nessun rammarico, nemmeno verso i tifosi ("il pubblico mi ha sempre voluto bene, anche dopo il pari con l'Austria mi ha riservato un tributo"), forse il rimpianto di non aver portato i Verdi ai Mondiali, manifestazione rispetto alla quale il Trap ha sempre avuto un rapporto complicato. "Con l'Italia c'era il famoso Moreno che ci ha un po' estromessi - ricorda a proposito dell'esperienza azzurra nel 2002 - e poi, in una nazionale, i giocatori non sono sempre a disposizione, non e' facile, in una squadra a livello di club puoi plasmare di piu'". E in fatto di club, dal Trap un applauso alla Roma che sta guidando la serie A. "Sta giocando bene, Garcia ha dato loro un ottimo gioco e sta facendo acquisire alla squadra grande personalita'. Totti? Lo metto assieme ai Rivera, ai Mazzola ma con una leggera differenza: oggi il calcio e' piu' difficile rispetto a quello di allora, per non parlare della concorrenza straniera". E a proposito di stranieri, per il Trap la nazionale azzurra deve rimanere in mano italiane. "Siamo una nazione fra le prime 4 al mondo, lo dimostrano anche i nostri allenatori all'estero, e difficilmente importeremo un tecnico straniero", il pensiero dell'ex ct azzurro, che da' i voti ai candidati per il dopo-Prandelli: "Zaccheroni 8, e' un allenatore che ha girato l'Italia e ha ottenuto successi all'estero. Allegri 7,5 perche' deve ancora confermarsi a livello internazionale. Mancini 9, ha vinto anche in Inghilterra. Conte 8,5: e' bravo ma voglio vederlo dopo un'esperienza straniera".

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