Finanza
A quando un mercato unico europeo per i servizi finanziari?
Un nuovo Libro Verde è stato diffuso da parte dell'UE. Grazie a ciò che oggi potrebbe essere definito utopistico, ma in un prossimo futuro potrebbe invece realizzarsi, il mercato unico dell'Unione Europea porterebbe circa 500 milioni di consumatori a beneficiare della concorrenza transfrontaliera, non solo con una conseguente più ampia scelta di prodotti, ma soprattutto con servizi migliori e prezzi più bassi di transazione. Perché oggi non è così per i servizi finanziari al dettaglio, anche se tutti i cittadini dell'Unione Europea con conti bancari, assicurazioni, schemi pensionistici, prestiti e mutui in veste di utenti finali dovrebbero poter fruire di tutti i vantaggi che qualsiasi Paese Europeo offra ai propri cittadini nazionali.
Vediamo allora se questo nuovo "Libro verde sui servizi finanziari al dettaglio" pubblicato lo scorso dicembre dalla Commissione Europea contribuirà ad avvicinarci un po’ di più all’obiettivo.
D’altra parte otto anni fa un analogo "Libro verde sui servizi finanziari al dettaglio" non è riuscito nell’intento. Oggi i consumatori in tutta l'UE hanno ben poca fiducia nei servizi di investimento offerti loro dal settore finanziario, come dimostra il “Quadro di valutazione dei consumatori nell'Unione europea”, che colloca "prodotti di investimento, pensione privata e titoli" come il peggiore di tutti i 31 mercati al consumo, elencando mancanza di fiducia, assenza di comparabilità e difficoltà di passaggio tra servizi e prodotti come i principali motivi di questo scarso punteggio.
Per la maggior parte dei prodotti e servizi proposti ai consumatori e venduti al dettaglio è un dato di fatto che "le informazioni sulla loro funzione, il loro costo e come si confrontano con gli altri prodotti dovrebbero essere disponibili in modo che i consumatori possano capirle" come giustamente sostiene lo studio citato. Non vi è alcun motivo per cui questo non dovrebbe essere il caso per i servizi finanziari al dettaglio proposti e venduti ai privati risparmiatori.
Ma se questo non avviene all’interno dei singoli Stati membri dell'UE, possiamo facilmente immaginare che cosa succeda se si attraversano le frontiere. L’attività transfrontaliera oggi non solo è molto limitata in termini di servizi finanziari al dettaglio e di prestazioni, ma soprattutto le differenze di prezzo tra gli Stati membri rimangono molto significative.
Considerando che la tecnologia continua a contribuire alla creazione di un mercato unico, consentendo alle aziende di migliorare la disponibilità e la comparabilità delle informazioni, facilitando le transazioni transfrontaliere, semplificando la comunicazione e riducendo i prezzi, una maggiore integrazione dei servizi di pagamento e dei sistemi resta un presupposto necessario per le aziende per raggiungere i clienti in altri Stati membri. Lo stesso vale per l'eliminazione delle barriere nazionali in termini di lingua, così come la discriminazione fiscale dei cittadini dell'UE di diversi Stati membri.
Come risultato i fornitori di servizi e prodotti finanziari nella maggior parte non si rivolgono ai consumatori di altri Stati membri diversi dal proprio, stanchi di eccessivi costi operativi e di adeguamento alle normative locali. I consumatori d'altronde non hanno informazioni sufficienti o fiducia per acquisire servizi da società con sede in altri Stati membri e se lo facessero avrebbero comunque problemi di accesso ai servizi richiesti.
Se i cittadini dell'UE desiderano veramente poter sfruttare un Capital Market dell'Unione, un'unione bancaria e un mercato unico digitale, e se l'industria finanziaria ha l’obiettivo di riconquistare la loro fiducia, il Libro Verde deve servire a garantire l'eliminazione delle barriere nazionali e a stimolare i politici ad affrontare i molti ostacoli che restano per superare 58 anni di mancato raggiungimento di una significativa integrazione del mercato UE per conto degli utenti dei servizi finanziari.
Paolo Brambilla
