Finanza
David Bowie e i celebrity bonds

I celebrity bonds sono collocati sul mercato da personaggi famosi, in particolare cantanti di grande successo e complessi musicali internazionali, ma non solo, titolari dei diritti di proprietà intellettuale delle proprie registrazioni, che si prevede produrranno un flusso di reddito continuativo e rilevante negli anni a venire.
L’obiettivo dell’emittente è di anticipare e concretizzare immediatamente il valore delle proprie opere che in realtà produrrebbero flussi economici solo di anno in anno. I diritti d’autore costituiscono la garanzia cui è collegata l’emissione, oltre ad essere la logica fonte di reddito sulla quale contare per remunerare i sottoscrittori al momento di pagare gli interessi annuali o semestrali.
Questa tipologia di investimento è stata lanciata per la prima volta nel 1997 dal banchiere David Pullman sfruttando l’immagine e le performances di David Bowie, il quale era ben contento di vedersi consegnare subito e tutte insieme le royalties future generate dalla propria musica.
Le obbligazioni, che avevano un tasso di interesse del 7,9% e scadenza a 10 anni, sono state acquistate per un ammontare di 55 milioni di dollari dalla Prudential Insurance Company of America.
David Bowie, procedendo nel 1997 a quella che si potrebbe a tutti gli effetti definire una cartolarizzazione dei propri proventi futuri, mise a garanzia i suoi primi 25 album (287 canzoni registrate prima del 1990), proprio poco prima che la rivoluzione della musica digitale incrinasse pericolosamente la prassi delle royalties degli artisti. Tuttavia le obbligazioni “Bowie”, scadute nel 2007, hanno rispettato perfettamente il piano di rimborso inizialmente previsto, anche se Moody’s nel marzo 2004 aveva declassato il prestito da A3 (il settimo punteggio più alto) a Baa3, una tacca sopra i junk bonds, a causa proprio delle preoccupazioni per l’attacco alle royalties da parte del web.
Nel maggio 1999 la SESAC (Society of European Stage Authors and Composer) piazzò 29 milioni di dollari garantiti dal suo catalogo di opere musicali, tramite CAK Universal Credit Corp. (ora conosciuta come UCC Capital) in un affare mediato da Charles Koppelman.
Pare che anche Michael Jackson, dovendo affrontare un problema di liquidità per l’acquisto del 50% della Sony Music Publishing, fosse in procinto di creare un celebrity bond nel maggio 2001, ma la notizia è sempre stata smentita dall’interessato.
Altri celebrity bonds sono stati emessi successivamente, ma il comparto non si è mai ben consolidato.
Infine nel 2011 un’offerta lanciata da Goldman Sachs per la stessa SESAC (Society of European Stage Authors and Composer) che aveva avuto un buon successo precedentemente, non andò a buon fine. Basata su Bob Dylan e Neil Diamond, oltre ad altri nomi di tutto rispetto, non è mai giunta alla quotazione per il disinteresse del mercato: il titolo è stato ritirato prima del lancio.
A partire dal 2012, David Pullman ha deciso di assumersi personalmente il rischio di anticipare le royalties agli artisti, acquistandone a titolo definitivo i diritti che desiderano cedere, invece di “impacchettarle” e immetterle sul mercato sotto forma di bond.
