Finanza
Etica, finanza e ruolo sociale delle Borse
Per le Borse internazionali, e anche per la Borsa Italiana, parlando di finanza e investimenti si fa normalmente riferimento a concetti come rendimento, profitto, remunerazione del capitale. Ritenere che questa sia la sola prospettiva possibile è tuttavia alquanto riduttivo: negli ultimi anni sta prendendo forza un nuovo movimento, composto da investitori che non si preoccupano solo di veder fruttare il proprio denaro, ma desiderano essere informati sul modo in cui esso viene impiegato per generare reddittività. L'obiettivo perseguito con il sostegno ad imprese che prestano attenzione agli impatti socio-ambientali è quello, in ultima analisi, di migliorare le scelte degli individui e delle imprese.
Sebbene avvicinare i due termini “finanza” ed “etica” possa sembrare un ossimoro, in quanto l'idea di “finanza” come speculazione e transazione di capitali ha assunto un'accezione negativa, mentre il termine “etica” richiama a valori positivi e moralmente vincolanti, questi due termini accostati danno vita ad un’idea di semplice ed immediata comprensione.
Quale? Riportare finanza e soggetti finanziari verso un’economia di tipo reale in un sistema mondiale sempre più globalizzato dove ogni scelta economica comporta conseguenze e richiede responsabilità.
Per gli autori di “Etica e finanza” pubblicato nel 2005 da Franco Angeli, etica e finanza sono “due mondi spesso considerati lontani, a volte in antitesi. Eppure mai come in questo tempo il bisogno di contemperare valori morali ed interessi economico-finanziari risulta indispensabile.
Per conciliare etica e finanza risulta fondamentale risalire alle origini e all'essenza dell'attività finanziaria, al ruolo ed alla funzione di impulso che essa svolge nelle economie moderne, ma anche ai suoi fondamenti etici e morali: si apre quindi un ambito di indagine ampio e variegato”.
Lo scorso ottobre l'Istituto ACCA (the Association of Chartered Certified Accountants) ha organizzato una sessione di etica nella finanza. La mattinata è stata introdotta da Lord Hill e da Josina Kamerling, entrambi ottimi oratori. Altrettanto importante è stato il discorso del Prof. Paul Dembinski.
Il punto focale sul quale si sono concentrati molti interventi è stato quello della carenza legislativa in materia, o addirittura, al contrario, di un eccesso di regole e regolamenti complessi, sostanzialmente di difficile applicazione.
I principali temi: l'onestà, la riservatezza e le performances. Abbiamo bisogno di sensibilizzare i giovani professionisti all'interno delle aziende in cui lavorano. Molti giovani professionisti hanno bisogno di un buon esempio o perlomeno di buoni programmi educativi per essere indirizzati nella giusta direzione etica.
Questo non è facile da ottenere. Un altro problema affiorato è che, a seguito delle numerose fusioni e acquisizioni, molte società perdono spesso la loro cultura pluriennale e il riferimento a principi di comportamento consolidati.
Paul Smith, Presidente CFA, ha ricordato che il settore finanziario non è un posto per fare "soldi facili".
Christine Lagarde avrebbe detto "un sistema più etico è anche un sistema più stabile". Sarebbero molti infatti i benefici che l’etica potrebbe apportare alla finanza.
All’inizio di quest’anno ancora il team ACCA ha organizzato con Cécile Bonino una interessante conferenza sul tema "Agenda digitale & Fin Tech".
Dopo la sua introduzione, David Barnes di Deloitte ha risposto a una domanda del pubblico sul futuro ruolo dei direttori di banca in un mondo completamente digitalizzato: il loro importante ruolo futuro sarà quello di mantenere vivi i rapporti con i clienti. Faris Dean (Bowden Jones Solicitors) vede anche il direttore di banca come fornitore di conoscenza locale, in contatto con il management aziendale.
Katarzyna Hanula-Bobbitt (Finance Watch) è stata invece più polemica e ha confermato la sua diffidenza nei confronti dei consigli dispensati delle banche. Ha detto che le banche in sostanza danno consigli ai clienti solo quando vogliono vendere loro qualcosa. Questo punto di vista è molto diffuso nel Regno Unito. La sua conclusione è che le banche avrebbero bisogno di un qualche tipo di democratizzazione.
Ivan Stefanec, eurodeputato dalla Slovacchia, ha sottolineato il prezioso ruolo delle PMI come creatori di lavoro in tutti i Paesi.
Paolo Brambilla
