Affari Europei
Bilancio, Renzi archivia la lettera Ue: hanno bisogno di noi
Renzi non é preoccupato per la lettera di Bruxelles che boccia la finanziaria: hanno bisogno dell'Italia su immigrazione e controllo dei populismi
La lettera di Bruxelles che chiede maggiori spiegazioni all'Italia sulla Finanziaria era ampiamente attesa da Renzi e Padoan che peró non hanno alcuna intenzione di apportare le modifiche richieste per abbattere il deficit strutturale. Matteo Renzi avverte l'Europa: senza il rispetto delle regole da parte di tutti sui migranti, l'Italia e' pronta a mettere il veto sul bilancio dell'Unione Europea. Un messaggio che il presidente del consiglio invia ai paesi dell'Est, quelli che rispondono con i muri all'emergenza migranti. Ma anche alle istituzioni europee che non fanno prevalere il principio della solidarieta' nella gestione dei flussi.
Renzi mette sulla bilancia immigrazione e terremoto
"Di violazioni alle regole europee ce ne sono tante", premette Renzi: "Da nove anni la Francia e' sopra il 3 per cento, la Spagna ha un deficit che e' il doppio del nostro. Si', il nostro debito e' cresciuto dello 0,1 per cento nel secondo trimestre del 2015. Ma l'Italia ha rispettato tutte le regole in questa legge di Stabilita'". E questo, nonostante il Paese si sia trovato a dovere affrontare due emergenze, che per il presidente del consiglio giustificano ampiamente il ricorso alle clausole eccezionali previste dal regolamento Ue: flussi dei migranti e terremoto. Sulla prima, in particolare, Renzi mette in guardia: "Noi non siamo piu' in condizione di reggere questa situazione. Abbiamo tempo sei mesi massimo. O blocchiamo l'afflusso entro il marzo 2017 o l'Italia non riuscira' piu' a reggere quello che e' successo quest'anno". Cio'' significa che "il meccanismo dei venti miliardi da mettere" da parte dell'Italia "e 12 da prendere non regge piu''". Per questo, "siamo pronti a mettere il veto. I contanti non passano dai muri, se tiri su un muro i soldi degli italiani te li scordi", chiaro riferimento a quei Paesi, come l'Ungheria, che affrontano le crisi umanitarie e le ondate di migranti che ne derivano alzando muri ai confini.
Renzi tira dritto: dobbiamo ricostruire e lo faremo
Il capitolo terremoto, per Renzi, si compone di due paragrafi: la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio. E del secondo fa parte l'edilizia scolastica: da Bruxelles "possono scrivere tutto quello che vogliono ma Amatrice, Accumoli e Arquata le rimettiamo su come Dio comanda" e le scuole "le mettiamo in sicurezza perche' per me i nostri figli sono dieci volte piu' importanti di Bruxelles". Per quanto riguarda l'interpretazione delle clausole eccezionali, poi, non c'e'nemmeno da discutere: "Le due clausole eccezionali" nella legge di Bilancio sottoposta alle istituzioni europee "sono per il terremoto e gli immigrati. Tutto cio' che serve per rimettere a posto lo mettiamo fuori dal computo del Patto di Stabilita'. Dopo sette anni abbiamo avuto tre terremoti uno peggio dell'altro. Il genitore che ha il bambino che va a scuola vuole che la scuola sia sicura perche' non si sa quando e dove arrivera' il prossimo sisma. I soldi che servono per l'edilizia scolastica stanno fuori dal patto di stabilita'. Un po' meno di cinque miliardi".
Calenda boccia la lettera: andiamo avanti
Il governo, tuttavia, mostra di non preoccuparsi dell'effetto della lettera. Nello studio di Bruno Vespa, assieme a Renzi, c''e il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calende. E' a lui che il presidente del consiglio lascia la parola quando si tratta di spiegare a cosa e quali effetti derivano dalla missiva di Bruxelles: "La lettera e' una richiesta di maggiori approfondimenti nella legge di bilancio e noi la prendiamo come fosse un esame, ma e' un processo di discussione. Tema inesistente: l'Italia e' uno dei pochissimi Paesi che non e' in procedura di infrazione. Una semplice lettera che chiede maggiori spiegazioni, come sempre succede, come sempre si fa", sottolinea Calende.
Renzi sa di essere intoccbile: ultimo baluardo davanti ai populismi
Matteo Renzi non é affatto preoccupato dalla lettera di Bruxelels. Certo ne avrebbe fatto a meno, ma la missiva di Juncker se l'aspettava. Tuttavia il premier sa che l'Italia é un elemento di stabilitá in Europa. Sia per quanto riguarda i migranti, come giá ricordato ampiamente a Porta a Porta, sia per quanto riguarda i populismi. Se Renzi dovesse cadere alle prossime elezioni nessuno puó dire chi vincerá le elezioni e ció che temono a Bruxelles é che sia il Movimento 5 Stelle a governare. Ecco perché nonostante le lettere, inviate ad uso e consumo di alcune opinioni pubbliche nazionali (vedi Germania), da Bruxelles non arriveranno veti.