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Affari Europei
Brexit, Johnson mira al posto di May. Ma alla fine potrebbe gioire Corbyn

BREXIT, IL PIANO DI JOHNSON PER ARRIVARE A DOWNING STREET

Un passo indietro per farne due avanti. Sembra essere questa la strategia di Boris Johnson, il ministro degli Esteri e anima della hard Brexit che si è dimesso nella giornata di lunedì dal governo guidato da Theresa May. Una mossa in grado di mettere in forte difficoltà proprio la May, che si è vista abbandonata da due ministri nel giro di poche ore, accusata di cercare un accordo troppo soft con l'Unione europea per la Brexit.

BREXIT, JOHNSON METTE ALL'ANGOLO LA MAY

Il piano di Johnson sarebbe chiaro. Far cadere la May, che ora pare effettivamente esautorata nelle trattative con Bruxelles, e prendere il suo posto a Downing Street sfruttando l'ottima reputazione di cui gode presso i tories. "Il sogno sta morendo. La Brexit dovrebbe essere relativa a opportunità e speranza. Dovrebbe essere una chance per fare le cose in modo diverso", scrive Johnson nella lettera pubblicata integralmente sul proprio account Twitter. Ma il suo potrebbe essere un calcolo sbagliato. Il nuovo esecutivo dovrebbe infatti essere pronto in tempo per i negoziati finali con Bruxelles che devono concludersi entro ottobre.

BREXIT, IL VINCITORE POTREBBE ESSERE CORBYN

Ecco allora che May potrebbe rivolgersi a sorpresa ai laburisti di Jeremy Corbyn, i cosiddetti progressisti della terza via per la Brexit. "Questo caos è tutta colpa del primo ministro", ha detto Corbyn lunedì sera. "Troppo a lungo" la premier "ha dedicato tempo alle trattative" interne al partito "invece di concentrarsi sulle esigenze della nostra economia". Non mancano stoccate ai ministri dimissionari. "Per essere onesto -e voglio esserlo nei confronti dell'ex segretario alla Brexit e dell'ex segretario agli Affari esteri- pensavo che si sarebbero dimessi immediatamente venerdì" dopo il consiglio dei ministri. "Ma -ha detto- dovevano fare i conti con una lunga camminata, senza telefono e senza mezzi pubblici, a causa dei tagli del governo. Quindi, sono stati saggi ad aspettare per un paio di giorni così hanno potuto rimediare un passaggio a casa con un'auto del governo". Ma potrebbe essere proprio lui a passare all'incasso in questa situazione.

BREXIT, FARAGE PRONTO A TORNARE ALLA GUIDA DI UKIP

Nel frattempo un altro protagonista sembra pronto a tornare al suo posto. "Se la Brexit non torna sui binari entri marzo 2019, prenderò seriamente in considerazione l'ipotesi di farmi avanti per tornare leader dell'Ukip. La volontà di 17,4 milioni di votanti deve essere tradotta in realtà". Nigel Farage, ex numero 1 dell'Ukip e uno dei più accesi sostenitori della Brexit, si esprime così dopo le dimissioni di Boris Johnson e David Davis dal governo guidato da Theresa May.

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