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Affari Europei
Francia sempre meno potente a Bruxelles, Hollande vara un piano per il rilancio

Si dice che una volta a comandare in Europa fosse il ticket Parigi-Berlino, oggi il vero deus ex machina sembra essere solo la Germania, mentre la Francia é scivolata nell'ombra. Ne sono consapevoli gli eurodeputati d'Oltralpe, ne é consapevole anche Francois Hollande.

Proprio per invertire questa tendenza al declino il presidente francese ha deciso di adottare un piano per tornare a contare all'interno delle istituzioni europee. Mentre a Parigi Hollande sta per varare un rimpasto di governo, con l'ingresso di Segolene Royal al ministero degli Affari esteri, il presidente sta pensando di coniare una nuova figura: un suo personale delegato a Bruxelles che parli per nome di Parigi.

Attualmente infatti c'é un sottosegretario che difende gli interessi francesi a Bruxelles, ma é privo di una vera e propria investitura politica. Hollande vuole dunque inviare un suo uomo di fiducia, seguendo l'esempio del premier Renzi che ha sollevato dal suo incarico l'ambasciatore Sannino per rimpiazzarlo con un suo uomo di fiducia, Carlo Calenda.

Secondo un rapporto presentato da due deputati, il socialista Christophe Caresche e il repubblicano Pierre Lequiller, una delle cause che ha portato alla perdita di mordente di Parigi a Bruxelles é dovuta all'allargamento dell'Unione ad est, che in qualche modo ha annacquato il potere decisionale.

Ma c'é di più. Con l'ingresso alle ultime elezioni di ben 24 eurodeputati del Front National, i due storici partiti di governo, socialisti e repubblicani, si sono trovati a corto di uomini. Pesa anche la decisione di molti onorevoli di ricoprire cariche di prestigio, più che di potere. Un esempio? Ci sono 11 deputati nella commissione Affari esteri, totalmente priva di qualunque potere decisionale.

Pesa poi la crisi economica. Il fatto che Parigi non abbia i conti in ordine e che si trovi sotto la lente di ingrandimento di Bruxelles per deficit e debito eccessivi riducono la capacita contrattuale dei francesi, soprattutto nei confronti dei Paesi del nord (in primis la Germania) che dal 2008 hanno stretto sempre di più i legami per imporre la ricetta dell'austerity ai Paesi mediterranei.

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