Con una risoluzione deputati europei chiedono alla comunità internazionale di intraprendere azioni immediate per combattere il sistematico sterminio di massa delle minoranze religiose perpetrato dal cosiddetto Stato Islamico in Iraq e in Siria (ISIS) o Daesh. Il testo chiude il dibattito del 20 gennaio scorso con il Capo della politica estera UE, Federica Mogherini.
I deputati ribadiscono la loro ferma condanna all'ISIS/Daesh e alle sue vergognose violazioni dei diritti umani, che prendono di mira deliberatamente cristiani, yazidi, turkmeni, sciiti, shabak, sabei, Kaka’e e sunniti, che non condividono la loro interpretazione dell'Islam. Hanno inoltre ricordato che, secondo lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale (CPI), queste violazioni equivalgono a "crimini di guerra", "crimini contro l'umanità" e "genocidio".
La risoluzione, approvata per alzata di mano, chiede all'UE di nominare un Rappresentante speciale permanente per la libertà di religione e di credo e chiede a tutti i Paesi della comunità internazionale di impedire crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidi all'interno dei propri territori.
Il testo aggiunge che tutti gli Stati membri dell'UE dovrebbero aggiornare i loro sistemi giuridici e legislativi al fine di impedire che i loro cittadini partano per unirsi all'ISIS/Daesh e ad altre organizzazioni terroristiche. Gli Stati dovrebbero anche assicurare che i loro cittadini che dovessero unirsi alle organizzazioni terroristiche siano sottoposti il prima possibile a procedimenti penali.
In Iraq e in Siria l'ISIS sta perpetrando una sistematica e diffusa violenza e viola i diritti umani internazionali e il diritto umanitario dei membri dei gruppi di minoranze, inclusi cristiani e yazidi, turkmeni, sciiti, shabak, sabei, kak'e e sunniti. Secondo le Nazioni Unite, "in alcuni casi, queste violazioni potrebbero costituire crimini di guerra e crimi contro l'umanità".