Immigrazione, la Turchia nel mirino Ue: non fa abbastanza - Affaritaliani.it

Affari Europei

Immigrazione, la Turchia nel mirino Ue: non fa abbastanza

Poco più di un mese fa i governi europei firmarono con Ankara un accordo di cooperazione sull'immigrazione. I Ventotto chiesero ad Ankara di arginare i flussi di migranti che lasciavano le sue coste per raggiungere la Grecia, in cambio misero sul piatto tre miliardi di euro di aiuti e alcune concessioni non economiche, come la liberalizzazione dei visti.

Ad oggi però sembra che nulla sia cambiato visto che ogni giorno, durante tutto dicembre, in media 3.300 persone sono passate dalla Turchia alla Grecia, sbarcando sulle piccole isole della costellazione insulare ellenica. I controlli non ci sono ancora, o almeno non sono sufficienti a bloccare i flussi.

E così il braccio destro di Jean Claude Juncker, Frans Timmermans, ha annunciato che volerà ad Ankara per mettere le cose a posto, parlare con Erdogan e convincerlo ad agire immediatamente per fermare i richiedenti asilo e salvare, di conseguenza, Schengen.

Come ha detto lo stesso Timmermans ad Amsterdam, dove ha partecipato all'incontro con il governo olandese per l'avvio della presidenza di turno del Consiglio Ue, "siamo lontani dall'essere soddisfatti per quanto la Turchia sta facendo" sull'attuazione del piano. Infatti, si fa notare dall'esecutivo di Bruxelles, i profughi continuano a partire in gran numero dalle coste turche diretti in Grecia senza che le autorità locali facciano niente per trattenerli.

A ragion del vero i turchi non hanno tutti i torti nell'essere reticenti nell'implementare i patti stipulati con l'Ue, visto che di quei tre miliardi ancora non hanno visto un euro. La ragione sembra essere soprattutto politica. Dei tre miliardi infatti una parte è stata stanziata dal budget Ue, mentre l'altra doveva essere sborsata dagli Stati nazionali che però, ad oggi, non si sono ancora messi d'accordo su chi deve pagare cosa.