Mafia, Pif ad Affari: “Serve subito una legislazione europea”
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Pif, come mai hai deciso di venire qui a Strasburgo?
“Sono venuto per ricordare il giudice Rocco Chinnici, ucciso da un'autobomba nel 1983. Ma sono venuto anche per chiedere che l'Europa riconosca il reato di associazione mafiosa. Solo l'Italia ha questa fattispecie. I giudici italiani si trovano in difficoltà ad indagare su persone residenti all'estero o su fatti avvenuti in altri Paesi europei”.
La mafia é solo un fenomeno italiano?
“Non scherziamo, l'Italia non ha l'esclusiva. Esiste quella russa, cinese e di altri Paesi europei, senza contare che ormai i mafiosi italiani si sono infiltrati in tutti gli Stati Ue, in Germania soprattutto”.
A Berlino c'é la consapevolezza della forza della mafia?
“Direi proprio di no. La mafia all'estero viene percepita come qualcosa di esotico e quasi divertente. Hanno una visione romanzata, alla Francis Ford Coppola, che pero non corrisponde alla realtà dei fatti”.
Eppure in Germania ci sono stati degli omicidi mafiosi...
“Quante autobomba, come quella che ha ucciso il giudice Rocco Chinnici, ci sono volute perché l'Italia riconoscesse il problema. Il nostro Paese si é fatto gli anticorpi, durante lunghi anni di guerra tra Stato e criminalità organizzata. In Germania tutto questo non c'é e la mafia fa affari d'oro”.
Affari di che genere?
“Su qualunque cosa. La 'ndrangheta, la camorra e la mafia investono in edilizia, nella ristorazione, nel commercio. Ma anche nel traffico di droga e di armi. Ci sono delle intercettazioni che rivelano che dopo la caduta del muro di Berlino la criminalità organizzata mandò nella Germania est i suoi uomini per acquistare qualunque cosa in vista della riunificazione”.
Insomma, la mafia é più europea della giustizia...
“La mafia é sempre stata più abile e veloce dello Stato. Trovo assurdo che l'Europa ci multi se le nostre vacche producono troppo latte e poi se sei un camorrista puoi passeggiare liberamente in Spagna, Germania o Inghilterra. C'é un mafioso, condannato in Italia, che vive a Londra, godendosi la sua pensione di insegnante di educazione fisica, senza che lo si possa arrestare. Doveva farsi 7 anni di galera”.
Ti definiresti un euroscettico?
“Io sono un europeista convinto, ma che si rimetta in discussione questa Europa é solo un bene. Non può più funzionare il meccanismo per cui sulla carta siamo tutti uguali, ma poi comanda chi ha l'economia più forte”.
Perché in Germania non c'é questa consapevolezza?
“Il nord Italia, per molto tempo, non ha riconosciuto il fenomeno mafioso per orgoglio. Credevano di essere immuni alle infiltrazioni della mafia e questo ha dato un vantaggio enorme alla criminalità organizzata. Oggi rivedo in Europa quell'errato senso di superiorità”.