Affari Europei
Migranti, riunione a Bruxelles. Salgono a sei i Paesi che derogano a Schengen

Il commissario agli Affari interni e all'immigrazione Dimitris Avramopoulos ha invitato i rappresentanti dei governi di Svezia, Danimarca e Germania per "coordinare al meglio la gestione comune della pressione migratoria". Lo ha annunciato il portavoce dell'esecutivo di Bruxelles Margaritis Schinas. La riunione segue la decisione dei governi svedese e danese di reintrodurre i controlli alle frontiere in deroga temporanea a Schengen.
A Bruxelles sono stati invitati il ministro svedese all'Immigrazione e alla Giustizia, Morgan Johansson, la danese all'immigrazione e integrazione Inger Stojberg e il segretario di Stato agli Affari interni del governo tedesco, Ole Schroeder. L'obiettivo del commissario Avramopoulos, ha spiegato il portavoce Schinas, e' quello di "migliorare il coordinamento fra i paesi coinvolti per assicurare una miglior gestione della pressione migratoria".
Nel frattempo, la Commissione ha avviato "un esame approfondito" sulle decisioni annunciate ieri dalla Svezia, ovvero l'introduzione di "controlli obbligatori dell'identita'" di coloro che entrano nel paese attraverso "tutti i mezzi di trasporto", per verificare se tali decisioni sono coerenti con le norme europee. A una prima valutazione, ha spiegato la portavoce Tove Ernst, sembrano esserci le condizioni di una "minaccia grave alla sicurezza interna" per l'afflusso "senza precedenti" di migranti e richiedenti asilo. Tale condizione e' la condizione necessaria per poter derogare al principio della libera circolazione, secondo quanto previsto dall'articolo 23 del codice Schengen.
Sono in tutto sei i paesi europei dell'area Schengen che hanno reintrodotto i controlli alle proprie frontiere, in deroga "temporanea" alla libera circolazione delle persone in seguito all'eccezionale flusso di profughi. Oltre alla Svezia, che l'ha riconfermato oggi dopo averlo deciso gia' nello scorso novembre, e alla Danimarca, che l'ha comunicato oggi alla Commissione europea, nelle scorse settimane analoghe decisioni erano state prese dalla Norvegia (che non fa parte dell'Unione europea ma dello spazio Schengen), dall'Austria, dalla Germania e dalla Francia. Malta, che aveva reintrodotto i controlli nel periodo della conferenza Ue/Africa sull'immigrazione, e' invece tornata alla normalita' dal primo gennaio.
La reintroduzione dei controlli, prevista dalle regole del codice delle frontiere di Schengen in casi eccezionali (all'articolo 23), era stata finora decisa dai paesi solo per eventi programmati come le grandi conferenze internazionali, che riuniscono in uno stesso luogo i leader mondiali diventando luoghi ad alto rischio per il terrorismo, oppure grandi manifestazioni sportive internazionali. Negli ultimi mesi, invece, la crisi senza precedenti dei migranti e l'emergenza terrorismo hanno provocato un aumento delle richieste da parte degli Stati.
Dopo gli attacchi del 13 novembre scorso, Parigi ha disposto controlli alle frontiere fino al 26 febbraio prossimo. In Germania la decisione e' stata invece presa il 14 novembre per controllare il flusso di migranti provenienti dalla rotta balcanica attraverso l'Austria; in quest'ultimo paese, i controlli sono stati reintrodotti il 16 novembre con una particolare attenzione per la frontiera con la Slovenia. La Norvegia aveva deciso di controllare chi arriva nei porti lo scorso 26 novembre. Lo scorso autunno, i contrlli erano stati temporanemente reintrodotti in diversi altri paesi, come Ungheria e Slovenia. L'Italia ha deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere solo una volta, in occasione del vertice G8 dell'Aquila, per il periodo dal 28 giugno al 15 luglio del 2009.