Slovacchia, Fico verso il bis coi nazionalisti anti Ue e anti migranti - Affaritaliani.it

Affari Europei

Slovacchia, Fico verso il bis coi nazionalisti anti Ue e anti migranti

Si vota in Slovacchia: il socialdemocratico anti migranti Robert Fico favoritissimo per restare primo ministro. Ma c'è lo scontento dei dipendenti pubblici. Attenta l'Ue: da luglio Bratislava avrà la presidenza di turno al Consiglio.

Secondo tutti i sondaggi, comunque, i socialdemocratici di Smer-Sd, capeggiati dal primo ministro Robert Fico, appaiono i favoriti in Slovacchia in vista delle elezioni di rinnovo del Parlamento. Così come accaduto in molti altri Paesi dell'Est Europa come Polonia e Ungheria, Fico ha giocato tutta la sua campagna su toni anti migranti e anti Islam, facendo breccia nel clima di paura e tensione che serpeggia un po' ovunque in Europa, anche se in Slovacchia la percentuale di migranti è storicamente molto bassa.

Ma una serie di segnali lasciano però pensare che la vittoria non sarà schiacciante come nel 2012, quando i socialdemcratici si aggiudicarono il 44 percento dei voti e l'assoluta maggioranza dei seggi. Probabile dunque che Fico non potrà più governare indisturbato a capo di un governo monocolore come neglu ultimi quattro anni. I principali sondaggi danno infatti Smer-Sd in netto calo, dal 40 al 29 percento dei consensi negli ultimi tre mesi.

Allo stesso tempo pare impossibile che le forze di opposizione riescano a raggiungere i numeri per un'alternativa di governo e dunque l'ipotesi più concreta che Fico debba intavolare delle trattative post voto con le altre forze elettorali e la più consistente appare il neonato movimento Siet (Rete), guidato dal giurista Radoslav Prochazka, ex deputato cristiano democratico ed ex candiato presidenziale, accreditato di una percentuale del 17,2%. Ma sembra proprio che Fico possa indirizzarsi verso il Partito nazionale slovacco, un movimento populista con forti toni anti migranti e anti Ue.

A incidere negativamente sulla compagine guidata da Fico le vicende di corruzione e scarsa trasparenza che hanno riguardato la cosa pubblica. L'opposizione ha cercato di mettere in luce tutte le magagne dell'amministrazione socialdemocratica, soprattutto i lavori pubblici a prezzi gonfiati, la gestione opaca della sanità e i rapporti più o meno leciti con una serie di imprenditori privati, vicini al primo ministro e ai suoi fedelissimi.

Un ruolo importante nel calo socialdemocratico lo gioca anche lo scontento dei dipendenti pubblici, in primo luogo insegnanti e personale sanitario, i cui stipendi e tenore di vita non risultano per niente avvantaggiarsi della fase di crescita economica che il paese attraversa, con il Pil aumentato del 4,2% annuo nell'ultimo trimestre 2015.

Le elezioni slovacche saranno seguite con grande attenzione anche a Bruxelles. Infatti Bratislava nella seconda metà di quest'anno sarà titolare del semestre di presidenza del Consiglio Ue, dodici anni dopo l'ingresso nella Unione e a sette anni dall'adozione dell'euro. Sarà importante capire che compagine governativa arriverà a quell'appuntamento. Chiaramente l'ipotetico accordo tra Fico e nazionalisti non sarebbe visto con favore.