Affari Europei
Tajani: “Dopo la firma del Tpp è il momento di chiudere l'accordo sul Ttip”
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Onorevole Tajani, l'accordo di libero scambio sottoscritto da Stati Uniti e undici Stati del Pacifico quali conseguenze avrà sui negoziati del Ttip?
“Qualcuno dice che darà nuovo impulso, perché l'Europa ha paura di essere penalizzata, altri invece credono che verrà affossato. Quello che dobbiamo fare ora è andare avanti e sciogliere, uno dopo l'altro, i nodi che ancora rimangono. Il Ttip deve portare benefici per tutti”.
Lei è stato Commissario all'Industria e conosce bene il tessuto produttivo italiano. Crede che un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti porterà benefici alle nostre Pmi?
“Con i giusti accorgimenti sì. Non dimentichiamo che quello statunitense è il mercato più grande del mondo e i nostri imprenditori hanno incredibili opportunità oltreoceano”.
Quali sono i principi su cui non è possibile negoziare?
“Prima di tutto la tutela dei consumatori europei e il riconoscimento reciproco degli standard. Un'auto non può passare tutti i test di sicurezza in Europa e poi essere sottoposta a nuovi controlli negli Stati Uniti. Inoltre nel settore agroalimentare ci deve essere un riconoscimento delle nostre tipicità, cosa che oggi non c'è, e che con l'italian sounding costa miliardi alle nostre imprese”.
La risoluzione delle dispute tra aziende e Stati è ancora un problema?
“Non lo è più dopo che l'Isds è stato riformato prevedendo la presenza di quindici giudici, cinque scelti da Washington, cinque da Bruxelles e altri cinque di nomina congiunta”.
Quale sarebbe il costo politico ed economico del non fare un accordo con gli Stati Uniti?
“Il costo sarebbe enorme. L'Europa, che ora è protagonista, diventerebbe una figura di secondo piano. Dobbiamo continuare a lavorare e arrivare all'accordo entro l'anno prossimo”.
Si riuscirà a chiudere entro la fine dell'amministrazione Obama?
“Io lo spero vivamente. I negoziatori hanno davanti una partita molto complicata, ma ci sono buone chance. Anche perché i Repubblicani, maggioranza al Congresso, sono business oriented e non dovrebbero opporsi particolarmente ad un accordo”.
Chi ha la palla in mano ora? Da chi deve arrivare l'impulso a chiudere?
“Sono i negoziatori che devono arrivare ad un accordo mediando tra le parti e raggiungendo un testo condiviso da tutti. Non c'è qualcuno in particolare che è favorevole o contrario”.