Tsipras verso il voto di fiducia, rischio elezioni anticipate - Affaritaliani.it

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Tsipras verso il voto di fiducia, rischio elezioni anticipate

L'approvazione del nuovo piano di aiuti alla Grecia potrebbe costare la poltrona al primo ministro Alexis Tsipras, alle prese con la sempre piu' agguerrita fronda costituita dall'ala sinistra di Syriza e con un'opposizione che inizia a sperare di riuscire a soffiargli il posto. Nel voto sul programma avvenuto venerdi' scorso, quasi un terzo dei parlamentari del partito del premier ha votato contro o si e' astenuto.

Il ministro dell'Energia, Panos Skourletis, ha dichiarato ieri alla stazione televisiva 'Skai' che, a fronte delle "profonde ferite" inferte al gruppo parlamentare dalla divisione sul piano, "e' evidente" che ci sara' un voto di fiducia. E non mancano i membri di Syriza che non vedono con sfavore la prospettiva di un voto anticipato, temuta dai creditori che sperano in un quadro di stabilita' politica che garantisca l'approvazione delle riforme. "Le elezioni non sono la scelta migliore ma perche' l'economia si riprenda deve esserci stabilita' politica", riflette, ancora ai microfoni di 'Skai', il ministro della Salute, Panagiotis Kouroblis, "non si puo' applicare un programma cosi' serio, con misure dolorose, senza un mandato popolare".

Per quanto destinata ad aprire una nuova fase di incertezza, la possibilita' di un ritorno alle urne potrebbe non dispiacere ai partiti di opposizione, come i conservatori di Nia Demokratia e i socialisti del Pasok, che non hanno mai fatto mancare i loro voti a Tsipras quando si e' trattato di approvare le misure chieste dai creditori ma non sono certo disposti a sostenerlo in un voto di fiducia, subodorando la chance di tornare al potere con un governo di unita' nazionale.

Numeri alla mano, se tutti i parlamentari di Syriza che venerdi' non hanno votato si' al piano si esprimessero per un no al governo, Tsipras non avrebbe la maggioranza di 120 voti necessaria per mantenere il timone, a fronte di 162 eletti con la coalizione uscita vittoriosa a gennaio, composta da Syriza e dalla destra anti-euro dei 'Greci Indipendenti'.

L'ala dura, si trova pero', a sua volta, divisa. Da una parte ci sono gli intransigenti, guidati dall'ex ministro dell'Energia, Panagiotis Lafazanis, pronto a presentarsi agli elettori alla guida di una nuova piattaforma di sinistra, magari con l'ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, in prima linea. "Il salvataggio non puo' essere una base per unificare Syriza", ha dichiarato Sthathis Leooutsakos, parlamentare unitosi alla fronda anti-austerita', "il salvataggio non puo' essere il programma di Syriza, e' lontano dai nostri valori, sono istanze incompatibili". Dall'altra c'e' pero' chi vuole mantenere l'unita' del partito a ogni costo, come i 17 deputati firmatari di una petizione che domanda di scongiurare una spaccatura di Syriza. Skourletis, uomo assai vicino a Tsipras, e' comunque convinto che il giovane premier possa uscire da elezioni anticipate con una maggioranza assoluta anche senza Lafazanis e i suoi sodali. Secondo i sondaggi, sarebbe infatti ancora abbastanza alta la popolarita' di Tsipras presso l'opinione pubblica, che continua a percepirlo come estraneo a quell'establishment che, negli anni precedenti, ha trascinato la Grecia nel baratro.