Emergency torna in mare con la nave umanitaria "Life Support"

La nuova nave umanitaria, Life Support, di Emergency ha l'obiettivo di garantire il coordinamento delle attività di ricerca e soccorso

Cronache

"Life support", la nuova nave umanitaria firmata Emergency, nel segno di Gino Strada 

Come riporta il "Redattore sociale", la nuova nave umanitaria Life Support di Emergency partirà da Genova a inizio novembre per dirigersi in zona Sar (ricerca e soccorso del Mediterraneo centrale). Rossella Miccio: “Riempiamo il vuoto lasciato da Italia e Ue che avrebbero la responsabilità primaria di garantire il coordinamento delle attività di ricerca e soccorso”. Sulle murate impresse le parole del fondatore.

“Abbiamo iniziato a operare in mare nel 2016 e in questi anni abbiamo sempre ritenuto necessario avere una presenza in mare, offrendo la nostra esperienza a chi faceva attività di search and rescue come Open Arms. Oggi torniamo in mare sicuri dell’importanza di esserci perché non si può limitare il diritto alla sopravvivenza e alla vita. Siamo pronti a lottare per questo”. Con queste parole Pietro Parrino, direttore del field operations department di Emergency, spiega la nuova iniziativa dell’organizzazione.

A chi e quando è aperta la nave Life Support 

La nave sarà aperta al pubblico per due giorni alla Calata Molo Vecchio Al Porto Antico per tutti coloro che vorranno visitarla prima della sua prima partenza. Venerdì 21 ottobre i primi a salire a bordo saranno gli studenti dell’ultimo anno dell’Istituto nautico San Giorgio di Genova e Camogli. Nel pomeriggio del 21 ottobre dalle ore 17.00 alle ore 21.00 e sabato 22 ottobre dalle ore 10.00 alle ore 21.00 la Life Support accoglierà i cittadini che vorranno vedere i suoi spazi. 

“Abbiamo pensato di aprire la nave al pubblico per mostrare come lavoreremo quando saremo in mare ma anche per offrire un’occasione di riflessione sulla necessità di avere politiche migratorie che salvaguardino la vita umana – sottolinea  la presidente di Emergency Rossella Miccio.

Le persone morte o scomparse nel Mediterraneo centrale: i numeri 

Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) dal 2014 da oggi sono oltre 23.800 le persone morte o scomparse nella rotta del Mediterraneo centrale. Solo nel 2022 sono 1.200 le persone che hanno perso la vita o che risultano disperse in una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. Nel 2021 i morti in mare sono stati oltre 1.500, una media di quattro al giorno. La Life Support realizza un progetto voluto fortemente dal fondatore di Emergency Gino Strada. Sulle murate della nave sono dipinte le sue parole: “I diritti devono essere di tutti, sennò chiamateli privilegi”. 

Le attività di ricerca e soccorso passate 

L’organizzazione ha già partecipato ad attività di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo. Nel 2016 ha prestato assistenza medica, mediazione culturale e tutta l’assistenza post salvataggio sulla nave Topaz responder all'associazione Moas (Migrant Offshore Aid Station). Dall’estate 2019 fino al marzo 2022, ha collaborato con la Ong spagnola Proactiva Open Arms a bordo dell’omonima nave.  

“La mancanza di una missione navale europea rende urgente l’intervento in mare delle Ong. Anche per questo abbiamo voluto un progetto SAR – aggiunge Pietro Parrino –. Abbiamo lavorato duramente per arrivare a questo risultato. A bordo della nave portiamo l’esperienza maturata negli anni nei nostri progetti in Italia e all’estero che forniscono assistenza socio-sanitaria e cure di qualità.”

Nave Life Support, dimensioni, aree e staff 

La Life Support è un offshore vessel: ha una lunghezza di 51,3 metri, una larghezza di 12 metri e pesa 1.346 tonnellate. La nave può arrivare ad accogliere fino a 175 naufraghi, oltre al personale di bordo. È suddivisa in sezioni: due aree di lavoro, l’area equipaggio e l’area accoglienza. Nella prima area Emergency ha posizionato mezzi adibiti al soccorso, ha adeguato le dotazioni di emergenza per il servizio di salvataggio e rimosso le dotazioni in uso non necessarie alle attività Sar per ricavarne dei magazzini. La seconda area è stata progettata da zero da Emergency come area di ricovero e accoglienza per le persone soccorse: un ponte di circa 250 metri quadrati completamente coperto, il main deck, dove sono stati allestiti un ambulatorio medico, i servizi igienici, i posti letto e le sedute. 

Dal main deck si ha accesso al boat deck, cioè la zona di accoglienza all’aperto estesa circa 90 metri quadrati e dotata di panche riparate da un telo ombreggiante. Si tratta dell’area dove le persone soccorse verranno imbarcate dopo essere state salvate. Una zona dove il personale sanitario valuterà lo stato di salute delle persone soccorse. Sulla base dell’esito del triage, alle persone verrà assegnato un codice a seconda del quale verranno accompagnate in ambulatorio, sul main deck, in osservazione, sulle panche vicine o nella zona di accoglienza aperta.

Lo staff di Emergency sulla Life Support è composto dal coordinatore della missione sar, un medico, due infermieri, due mediatori, due soccorritori, un rhib driver e un logista cui si aggiungono le nove persone che compongono l’equipaggio della nave.
 

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