Eni-Shell Nigeria: il tribunale di Milano non concede risarcimenti al governo

La procura generale rinuncia all'appello dopo l'assoluzione in primo grado

Cronache

I giudici hanno rigettato le richieste avanzate dal difensore Lucio Lucia, legale della Repubblica Federale della Nigeria

Il tribunale di Milano non concede alcun risarcimento al governo nigeriano, nel processo per presunta corruzione internazionale che ha visto imputati Eni, Shell, diversi loro top manager, intermediari di spicco e un ex ministro del Petrolio della Nigeria nell’acquisizione dell’immenso blocco petrolifero Opl245, sito nelle acque antistanti la Nigeria, e che sono stati assolti in primo grado

Per la corte d'appello di Milano il governo della Nigeria non ha diritto ad alcun risarcimento danni nel procedimento relativo alla concessione petrolifera Opl245. Il processo ha visto Eni e Shell imputate, insieme ai loro manager, in relazione all'acquisizione della licenza petrolifera nigeriana Opl245. 

I giudici hanno rigettato le richieste avanzate dal difensore Lucio Lucia, legale della Repubblica Federale della Nigeria, che aveva chiesto di valutare i danni in separata sede e una provvisionale pari alla somma versata per i diritti di esplorazione del giacimento.

Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni. Il processo d'appello doveva valutare solo le richieste civili dopo che lo scorso 19 luglio la procura generale aveva rinunciato all'appello. In primo grado tutti gli imputati erano stati assolti dall'accusa di corruzione internazionale.

Opl245 è il più grande blocco petrolifero della Nigeria, situato nel Golfo di Guinea, a 150 chilometri al largo della costa. Ha due campi petroliferi, Etan e Zabazaba, con riserve stimate e mai provate fino a 9 miliardi di barili di petrolio.

Nel maggio 2021, il governo della Nigeria non ha autorizzato lo sfruttamento della licenza petrolifera Opl245 a seguito della decadenza dei diritti e del permanere di processi penali in corso in Italia e in Nigeria per stabilire se l’intera operazione è stata macchiata da corruzione. Per la precisione, la licenza per il blocco è scaduta l’11 maggio 2021, dieci anni dopo che Eni e Shell l’avevano acquistata. 

 

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