L'UE guarda all'Africa per sfuggire ai ricatti di Mosca e Gazprom

Entro il 2030, addirittura l’Africa potrebbe raggiungere una produzione pari a 335 miliardi di metri cubi di gas naturale

Roberto Cingolani
Ministro della transizione ecologica
Cronache
Condividi su:

Per sfuggire ai ricatti di Mosca e Gazprom, l'UE guarda l'Africa

L'Unione europea dal continente africano riceve il 18% del gas naturale cui ha bisogno, mentre il 62% è ancora assicurato dalla Russia e questo nonostante la sanzioni già applicate contro il grande Paese asiatico per la sua invasione dell’Ucraina. Quindi, l'Africa secondo le stime Rystad Energy può rappresentare in termini di affidabilità delle forniture energetiche una sicurezza. Prendendo in considerazione il numero di progetti già annunciati in termini di pozzi, estrazione e infrastrutture, è possibile stimare un picco di 470 miliardi di metri cubi di gas naturale di produzione entro il 2040.

Entro il 2030, addirittura l’Africa potrebbe raggiungere una produzione pari a 335 miliardi di metri cubi di gas naturale, contro i 266 miliardi odierni. Il potenziale del continente africano sarà sicuramente stimolato dalla forte domanda europea, che nel frattempo vedrà ridotta di due terzi la fornitura russa già entro la fine dell’anno in corso, stando a quanto annunciato dalla Commissione europea stessa. Al momento non ci sono criticità imminenti per l’Italia, come dichiarato dal nostro ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, anche se ENI ha registrato una diminuzione del 15% delle forniture di Gazprom.

Non ci sono solamente Egitto, Libia e Algeria, ma anche il Marocco, la Mauritania, la Nigeria, la Libia, l’Angola, la Guinea equatoriale, il Mozambico, la Tanzania, il Senegal e il Sud Africa. Se i primi sono fornitori già testati, i secondi si stanno affacciando ora sul mercato e promettono di dare il loro contributo all’aumento dell’offerta di gas naturale sul mercato interno africano e su quello mondiale.

L'Africa ha un'altra fonte verde, l’idrogeno, che vede il continente ben posizionato per emergere come insieme di Paesi fornitori affidabili, come l’Egitto, la Mauritania, il Marocco, la Nigeria e il Sud Africa. In termini di capacità potenziale ricavabile dai progetti di idrogeno pulito fin qui annunciati o in corso d’opera, IHS Markit ha stimato per il 2022 una capacità ipotetica di 0,2 GW, mentre nel 2030 dovrebbe salire a 7,5 e nel 2040 a 21,5 GW. Oggi in Africa sono attivi 593 impianti a fonti energetiche rinnovabili, con una capacità complessiva di 64 GW. Per il futuro sono previsti 580 nuovi progetti per una capacità totale di 152 GW.

Leggi anche: 

Il governo Draghi non ha più senso dopo il voto di domenica

Lega: "Troppi errori. Ora assemblea generale, torniamo a parlare di autonomia"

"Metà elettori M5S non vota candidati Pd. No alla Lega di lotta e di governo"

Elezioni, M5S al 7% e Lega al 12. Terremoto. I dati dopo il voto nei comuni"

"Mercati disorientati dalla strategia Bce: ora serve lo scudo anti-spread"

Emma Summerton firma il Calendario Pirelli: ecco chi è la fotografa

Berlino, la tennista russa soccorre l’avversaria ucraina: fair play virale

Intesa Sanpaolo, a Torino nasce il centro di ricerca in ambito AI

Autogrill e Fondazione Veronesi sostengono la ricerca scientifica

Young Factor: un dialogo tra giovani, economia e finanza