La Russa jr, i pm valutano la richiesta al Senato sul telefono del ragazzo

La scheda è intestata a Ignazio e altri avvocati, e questo impedirebbe l'esame il telefono. "Gli stupratori siete voi", manifesti sotto lo studio legale

Di Redazione Cronache
Ignazio La Russa con il figlio Leonardo
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I Pm di Milano valutano la richiesta al Senato sul telefono di La Russa jr

La Procura di Milano sta valutando una eventuale richiesta alla Giunta per l'autorizzazione a procedere del Senato per poter sequestrare il cellulare di Leonardo Apache La Russa, la cui sim sarebbe intestata allo studio legale in cui Ignazio La Russa, insieme a un'altra decina di avvocati, esercita l'attività legale che spazia dal diritto penale al diritto civile e commerciale. Un dato che costringe la procura di Milano a valutare se lo studio di corso di Porta Vittoria, a pochi passi dal tribunale meneghino, rientra tra le pertinenze dell'esponente di Fratelli d'Italia e dunque se, come sembra, sarà necessaria la richiesta alla Giunta per l'autorizzazione a procedere del Senato per poter sequestrare il cellulare del ragazzo indagato per violenza sessuale.

Da quanto si è appreso, la necessità di effettuare accertamenti sul telefono del 21enne, indagato per violenza sessuale in seguito alla denuncia di una sua ex compagna di scuola, non è immediata. Inoltre, prima di rivolgersi al Parlamento, inquirenti e investigatori intendono lasciare la possibilità al giovane di consegnare autonomamente il suo smartphone. 

Milano, lo staff di La Russa: "Termini ogni speculazione politica della vicenda"

"Il Presidente La Russa, dopo la nomina dell’avv. Bazzoni da parte del figlio Leonardo, si è astenuto e si asterrà da qualsiasi commento diretto o indiretto sulla vicenda, avendo piena fiducia nell’operato dei Magistrati della Procura di Milano. Da un punto di vista mediatico, risulta, però, ormai passato il segno". ha comunicato lo staff del senatore e avvocato Ignazio La Russa. "Più volte - si legge nel testo diffuso - sono state pubblicate su quotidiani, giornali on line e sui social, le foto di un altro figlio del Presidente, col nome del fratello, nonché ricostruzioni artefatte a fini suggestivi della vita giovanile dei fratelli La Russa e dello stesso Leonardo (definito “trapper” per avere messo in rete solo nell'anno 2019, due canzoni col testo non suo, mentre è ormai al terzo anno di università)". "Non sono financo mancati talk-show televisivi con esponenti privi di ogni conoscenza dei fatti ma forti delle loro convinzioni ideologiche, nonché offese ai “La Russa” che, di converso, si sono da sempre distinti per riconosciuta onorabilità, onestà e dirittura morale non solo con Ignazio, ma nei 50 anni continuativi di presenza dei La Russa in Parlamento", sottolineano dallo staff. 

"Non risulta più tollerabile la condotta di chi si sostituisce ai Pm con pretese di indagine e richieste istruttorie. Travalica ogni rispetto l’operato di associazioni di sinistra che affiggono manifesti e preannunciano flash-mob politici e diffamatori. Per tacere dei social. Per queste ragioni, si rinnova l’invito ad affidarsi unicamente al lavoro degli inquirenti e ci si augura che termini ogni speculazione politica della vicenda", si legge ancora. "Tuttavia, in ragione di quanto è sino ad oggi accaduto, la famiglia La Russa si è vista costretta ad incaricare l’avvocato Vinicio Nardo del Foro di Milano per tutelare, nelle competenti sedi giudiziarie, l’onorabilità del Presidente e degli altri componenti della famiglia".

Milano, Ignazio La Russa: "Sono sereno"

"Sono sereno, se ne occupa l'avvocato Adriano Bazzoni" ha aggiunto Ignazio La Russa, presidente del Senato, a chi gli chiede un commento sulla vicenda che vede indagato per violenza sessuale il figlio Leonardo Apache. La Russa, seduto a un tavolino di un bar a pochi passi dal suo studio legale, sorride, ma preferisce non aggiungere altro: "Mi va dato atto che su questa vicenda non ho più detto una parola".

La Russa jr, la dichiarazione della testimone: "La mia amica non era alterata". Parla la mamma della presunta vittima

"Non una persona particolarmente alterata". E' questo, da quanto si apprende, la descrizione che una testimone ha reso agli uomini della squadra Mobile di Milano che indagano su Leonardo Apache La Russa, terzogenito del presidente del Senato Ignazio, indagato per violenza sessuale. La testimone è una ragazza, amica della presunta vittima, che proprio la sera tra il 18 e il 19 maggio scorso conosce, in discoteca, la 22enne che ha denunciato di aver subito lo stupro.

Anche la madre della presunta vittima è stata sentita - ieri pomeriggio - come testimone dagli uomini della squadra Mobile guidata da Marco Calì che indagano sulla presunta violenza. Lo si apprende da fonti investigative.

La Russa jr, si cerca il teste chiave: il tassista che ha accompagnato a casa la presunta vittima alle tre di notte

Le indagini sul caso La Russa jr sembrano un po' andare a rilento. Si fatica a risalire al presunto terzo uomo, quel Dj Nico che non è chiaro se avesse effettivamente dormito a casa di Leonardo e di conseguenza se fosse complice della violenza sessuale come sostenuto dalla ragazza. Ma proprio la figura del padre Ignazio ostacola la ricerca della verità da parte degli inquirenti.

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Ci sono - si legge su Repubblica - i tanti giorni trascorsi tra il presunto rapporto sessuale non consenziente e la denuncia della ragazza, i video delle telecamere sovrascritti e inutilizzabili, e anche l’impossibilità di visionare il cellulare di Leonardo La Russa, 21 anni, indagato per violenza sessuale, a frenare le indagini. La sim del suo telefonino, appunto, non può essere sequestrata perché intestata al padre Ignazio La Russa, presidente del Senato.

Ma nel cellulare del ragazzo, gli investigatori avrebbero potuto individuare elementi utili per ricostruire i fatti, teoricamente anche a discolpa dell’indagato. Allo stesso modo, non sarebbe possibile eseguire alcun atto d’indagine nel luogo dove si sarebbero consumati i due rapporti sessuali denunciati (con Leonardo e con l’amico dj), perché è la casa di Ignazio La Russa e della moglie.

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Si cerca - prosegue Repubblica - anche un tassista. Quello che alle 3 di notte viene chiamato dall’amica della presunta vittima. "Ti ho detto che volevo andare a casa e ti ho chiesto di accompagnarmi fuori — ha scritto il giorno dopo in chat — Alle 3 ho chiamato un taxi, ti ho anche chiesto se volessi tornare con me, ma dicevi di voler stare con lui". La sua testimonianza potrebbe essere fondamentale per confermare la versione delle giovani. Ma ancor di più il tassista potrebbe descrivere lo stato psicofisico della ventiduenne. Intanto uno dei titolari della discoteca Apophis è stato interrogato dagli agenti della Squadra mobile.

L’inchiesta prosegue con la raccolta delle testimonianze delle varie persone presenti quella sera nel locale esclusivo di Milano, dopo che la procura aveva sentito la presunta vittima e alcune amiche. Le audizioni delle persone informate sui fatti proseguiranno con gli altri soci del locale e altri presenti la sera in cui la ragazza ha raccontato di aver perso il controllo di sé dopo aver bevuto un drink che, secondo un’amica, le avrebbe offerto La Russa jr.

Milano, nella notte affissi poster sotto lo studio legale e i locali di La Russa: "Gli stupratori siete voi"

"El violador eres tu. Gli stupratori siete voi" E' questa la scritta che campeggia su alcuni poster che sono stati affissi la notte scorsa sotto i locali e lo studio legale dei La Russa, a Milano. L'azione è rivendicata dal movimento femminista e transfemminista 'Non una di meno Milano'. Un poster è comparso anche sotto l'Apophis club via Merlo, la discoteca nella quale la ragazza che ha denunciato per stupro Leonardo Apache La Russa lo ha incontrato.

"Vogliamo cacciare La Russa da ogni incarico pubblico", si legge in un comunicato del movimento. "Vogliamo chiusi i locali della famiglia e lo studio legale su cui si fonda il loro potere economico e politico, vogliamo requisiti i loro soldi affinché siano devoluti ai centri antiviolenza". Questa notte, si legge ancora, "abbiamo puntato il dito contro gli interessi economici e di potere della famiglia La Russa a Milano". Il movimento 'Non una di meno' ha annunciato un flash mob per questa sera alle 18.30 in piazza 25 aprile. 

Uno dei manifesti affissi a Milano

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