Le Covid-star ora spingono l'herpes zoster

Ogni volta che il Covid dà segni di cedimento spunta fuori qualche Covid star a dargli manforte. E sull'Herpes Zoster...

Di Giuseppe Vatinno
Cronache

Le Covid –star ora spingono l’herpes zoster

Premesso che i virus e batteri esistono e sono sempre esistiti non si può non rilevare che ci sia una ricomparsa “sospetta” di allarme per vecchie conoscenze, diciamo così, del genere umano.

Ma riavvolgiamo il nastro. Dopo la (s)comparsa del virus SARS-CoV-2 ci sono stati diversi allarmi per il pericolo di altri virus. Ad esempio, ricordiamo tutti l’esotico virus del vaiolo delle scimmie dell’estate scorsa.

Si era appena attenuata un’ondata Covid quando le Covid – star rimisero in allarme gli italiani su questo nuovo virus. Faceva caldo, è il riferimento alle scimmie richiamava immagini africane ed avventurose, magari Tarzan e Cita e per un po’ si fece un gran parlare di questo virus scimmiesco.

Qualcuno fece ricorso ai guanti perché si prendeva per contatto. Comparve naturalmente subito un vaccino -che qualcuno fece pure- e poi del vaiolo delle scimmie rimase solo il nome. Uguale sorte ebbero altre improbabili patologie che sembrano fare capolino con sospetta cadenza appena si allenta la tensione sul protagonista principale, e cioè sul Covid.

Quando invece non sono nuovi e vecchi virus si torna all’ “usato sicuro” e cioè il Covid stesso.

Ieri Massimo Andreoni, stimato ordinario a Tor Vergata e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, ha dichiarato che c’è una “casistica importante” di aumento nel biennio 2012 - 22 di casi di Herpes Zoster (HZ), stimata dal 10 al 20 % e non lo mettiamo certo in dubbio. Andreoni lo abbiamo imparato a conoscere ai tempi del Covid e lo ricordiamo con i suoi baffoni bianchi e il suo aspetto sostanzialmente rassicurante.

HZ è il virus della varicella che rimane latente per decenni nelle cellule nervose per poi riattivarsi in certe condizioni, tra cui lo stress e l’abbassamento delle difese immunitarie, portando a quello che gli anziani conoscono con il nome di “Fuoco di Sant’Antonio”.

Da qualche mese si sta assistendo ad una corsa al vaccino nella Regione Lazio che, dal canto suo, sta spingendo il più possibile in questa direzione. Detto questo non possiamo non rilevare che l’assessore alla Sanità nel Lazio, Alessio D’Amato, è il candidato Presidente del centro – sinistra alle prossime regionali ed è in prima fila anche per queste vaccinazioni. Anzi, D’Amato deve la sua candidatura proprio all’esposizione mediatica che ebbe sul Covid e se seguiamo il detto andreottiano che “a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si è nel giusto”, le conclusioni sono consequenziali. Per lui la pandemia è stata una manna mediatica.

Ricordiamo che Giuseppe Conte, capo politico dei Cinque Stelle, ha detto di non voler fare una alleanza con chi –e cioè D’Amato- è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti a restituire quasi 300.000 euro per una vicenda incresciosa che ha avuto anche un precedente penale per truffa aggravata proprio ai danni della Regione Lazio che si è risolto solo perché prescritto.

Ma torniamo ai virus.

Il fenomeno non è solo locale ma è nazionale. Ogni volta che il Covid dà segni di cedimento spunta fuori qualche Covid star a dargli manforte. Quasi sembra che si debba mantenere sempre alto di livello di paura, a prescindere.

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