Messina Denaro, altri 4 favoreggiatori indagati. Coinvolti sempre più Bonafede

A incastrare i coniugi Emanuele e Lorena, in particolare, l'acquisto di un Rolex che il boss avrebbe poi donato al figlio della coppia

Di Redazione Cronache
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Matteo Messina Denaro, quattro nuovi indagati nell’inchiesta sulla latitanza 

Sono considerati due fedelissimi di Matteo Messina Denaro, Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri, due siciliani arrestati dai Ros e dal Comando provinciale dei carabinieri di Trapani. La coppia è indagata in concorso per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, reati aggravati per avere agevolato Cosa Nostra, e in particolare l'ex super latitante. Insieme a loro è indagata la maestra Laura Bonafede, figlia del boss di Campobello di Mazara (Trapani), Leonardo Bonafede, e cugina di Emanuele.

Laura Bonafede, che ha subito una perquisizione assieme ad altre tre persone, è la donna che, nei biglietti indirizzati a Matteo Messina Denaro, manifestava al capomafia disappunto per la frequentazione, da parte sua, dell'abitazione della Lanceri, che con l'ex superlatitante aveva una relazione. Le due rivali sono adesso entrambe indagate: in carcere la Lanceri, col marito; a piede libero la figlia del capomafia scomparso nel 2020 e molto amico del padre di Messina Denaro. Laura Bonafede è anche moglie dell'ergastolano Salvatore Gentile, nei cui confronti Messina Denaro evidentemente non si poneva alcuno scrupolo. Le perquisizioni sono state ordinate dai magistrati della Dda di Palermo Pierangelo Padova e Gianluca De Leo anche nelle abitazioni e relative "pertinenze" dell'imprenditore agricolo Gaspare Ottaviano Accardi, della moglie, Dorotea Alfano, e di Leonarda Indelicato

L'operazione è stata portata avanti dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani.

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Messina Denaro, caccia ai complici svelando i nomi in codice

Nell'ordinanza il gip fa riferimento anche alla "lettera-diario" che Laura Bonafede, celandosi sotto lo pseudonimo di "cugino", e dunque parlando di sé al maschile, aveva scritto tra il 29 novembre 2022 e il 13 gennaio 2023 (tre giorni prima dell'arresto del capomafia), annotando accuratamente giorno ed ora di ciascuna annotazione, e indirizzata a Matteo Messina Denaro. 

"Diletta" era invece Lorena Lanceri (indicata anche come "Lesto" o "Tramite"); Ma nell'ordinanza con cui gip di Palermo, Alfredo Montando, ha disposto l'arresto della coppia, spuntano altri alias, nomi in codice su cui si cerca di fare chiarezza per fare terra bruciata delle complicità: Squallido, Romena, Bagnino, Blu, e Depry. 
Una modalità ricorrente utilizzata nelle comunicazioni di e con il padrino di Castelvetrano, catturato a Palermo il 16 gennaio. 

Messina Denaro, altri 4 favoreggiatori indagati. Il Rolex incastra i Bonafede

A incastrare i coniugi Bonafede ci sarebbe un prezioso orologio, un Rolex: "Conferma eloquente e definitiva sulla natura e sulla durata dei rapporti giungeva, infine, dagli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria a seguito del rinvenimento di un pregiato orologio in acciaio marca Rolex presso l'abitazione degli odierni indagati", si legge nell'ordinanza frimata da Alfredo Montalto. Nel 2017 Matteo Messina Denaro era stato il "padrino" di cresima del figlio della coppia e aveva, in tale occasione, fornito ai genitori del ragazzo il denaro, "ben 6300 euro, necessario per l'acquisto del costoso segnatempo che Lorena Lanceri perfezionava 1'11 gennaio 2017 presso la Gioielleria Matranga di Palermo". La "singolarità" era anche che, nella circostanza, "contrariamente alle regole interne della gioielleria, non era stata compilata la scheda cliente e, pertanto, non era possibile risalire all'acquirente (nel 2017, su 878 Rolex venduti, solo 7 risultavano privi della menzionata scheda cliente".
L'esborso del denaro utilizzato per l'acquisto dell'orologio era stato scrupolosamente annotato nella "contabilità" del capomafia rinvenuta all'interno di uno dei suoi covi.

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