Vaccini, in arrivo il piano di prevenzione ma occhio ai rischi: cosa sapere

Più vaccini per tutti: è la linea del nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) in via di approvazione, ma serve fare attenzione: l'analisi

di Rossana Cavaglieri
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Cronache

Vaccini, tra i rischi anche l'aumento dei casi di demenza negli anziani 

Più vaccini per tutti. E’ la linea del nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) in via di approvazione. Ma i rischi ci sono: come l’aumento dei casi di demenza negli anziani dopo ripetute vaccinazioni antinfluenzali, rivela uno studio recente Archiviata (per ora) l’emergenza Covid e il relativo battage sui vaccini, le autorità sanitarie non stanno a guardare. Sarà presto approvato infatti il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale che prevede fino a sessanta inoculi per una persona sana nell’arco della vita.

Troppi, secondo gli esperti della Commissione Medico Scientifica indipendente che hanno parlato oggi a Milano al convegno scientifico “Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025: scienza e discernimento, per non ripetere errori passati”. Ma, soprattutto, così a tappeto come vengono proposti, senza che sia documentato un chiaro beneficio. Per esempio sono emerse associazioni inattese con seri rischi per antinfluenzale e vaccinazioni ripetute rivela Alberto Donzelli, medico specialista in Igiene e medicina preventiva e referente della CMSi. Una enorme ricerca inglese durata 20 anni ha trovato, contrariamente alle attese dei ricercatori, che, con le vaccinazioni dai 50 anni in su, aumenta l’incidenza della demenza con evidente effetto-dose. Né si riducono ricoveri e mortalità per polmoniti e influenze. 

Non vanno meglio i vaccini pediatrici (ben 10 obbligatori per frequentare gli asili: se ne manca anche uno solo il bambino non può frequentare) la cui efficacia e sicurezza avrebbero dovuto essere valutati per legge dopo tre anni dall’approvazione della cosiddetta Legge Lorenzin del 2017. Di anni ne sono passati sei e tutto tace> dice Eugenio Serravalle, pediatra e membro della CMSi. Eppure nemmeno questi vaccini sono acqua fresca. Un’indagine della Regione Puglia, mai più replicata, ha rilevato un 46% di reazioni avverse complessive, e ben un 3,8 di reazioni gravi correlabili con 100 prime dosi di vaccinazioni antimorbillo, parotite, rosolia e varicella. Le reazioni sono state analizzate in un articolo scientifico pubblicato su una rivista indicizzata e con peer-review che AIFA non ha voluto considerare.

A proposito di AIFA non si possono ignorare le vicende collegate ai vaccini antiCovid-19. In particolare, il fatto che le segnalazioni di effetti avversi raccolte dall’Agenzia Italiana del Farmaco con la sorveglianza passiva risultano essere sottostimate di centinaia di volte rispetto agli eventi avversi che si verificano con allarmante regolarità da quando sono iniziate le inoculazioni. Insomma, prima di procedere all’approvazione del nuovo Piano Vaccinale (che deve tra poco approdare alla Conferenza Stato Regioni) si dovrebbe aprire un serio e trasparente confronto scientifico, come auspicano da tempo i membri della CMSi e che hanno ribadito in questa occasione.

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