Descalzi: "Urgente diversificare tecnologie e fonti d'energia"

Il ceo di Eni: "Con gli Usa c'è un gap importante e paghiamo 5 volte di più l'energia"

Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni
Economia

Energia, Descalzi: "Serve diversificare le tecnologie e le fonti"

Per garantire sicurezza energetica è necessario diversificare fonti e tecnologie considerando che in Europa ci sono tanti Stati differenti e altrettanti mix energetici. Lo ha detto l'ad di Eni, Claudio Descalzi intervenendo alla presentazione allo Iai (Istituto Affari Internazionali) del libro “A Green and Global Europe” di Nathalie Tocci.
    
La transizione energetica intrapresa dall'Europa "è un processo positivo ma non deve prevedere vincitori e perdenti", ha osservato l'ad di Eni, "se l'Europa fa qualcosa di positivo lo deve fare per tutti. La transizione energetica era qualcosa di doveroso ma bisogna ricordare che tutte le transizioni sono state guidate dalla tecnologia e non dalla volontà politica e per affermarsi, ogni cambiamento, ci ha messo 50-60 anni”.
    
“A livello energetico l'Europa ha fatto qualcosa che nessuno, nel resto del mondo, sta facendo. Ha preso la bandiera ambientalista capendo che la transizione non può essere guidata solo dall'elemento tecnologico, perché se non si accelera, possiamo andare verso il disastro. L'Ue ha preso questa direzione e questo è fondamentale, ha dato degli obiettivi e li sta rilanciando. Tuttavia c'è una necessità che si scontra con Stati diversi e con mix energetici diversi".

Il Sud Europa, ha spiegato Descalzi, "ad esempio punta su gas e rinnovabili, il Centro Europa ha il nucleare, il carbone, il Nord sull'eolico, ci sono mix energetici differenti in ogni aerea del continente. L'Europa ha fatto qualcosa di importante in poco tempo. Ma deve includere non escludere. Non si può puntare solo sulle rinnovabili perché non si può sostituire tutta la produzione con queste fonti. Non ce la facciamo solo con quelle. Per questo bisogna considerare l'importanza dei processi di decarbonizzazione. Catturare la CO2 senza dire, ‘non si può fare’. Fino a ottobre del 2021 si diceva, a livello Ue, che bisognava interrompere gli investimenti nel gas, dopo 3 mesi, scoppiata la guerra in Ucraina, si è affermato il contrario. Escludere tutto per spingere una sola fonte non va bene".
    

"Con gli Usa c'è un gap importante e paghiamo 5 volte di più l'energia”, ha concluso Descalzi ricordando come questi costi maggiori l'Europa li paga in termini di competitività del sistema industriale.

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