Inflazione, peggiorano le previsioni: la Bce conferma pesanti rialzi dei tassi
Secondo gli esperti della Banca centrale europea, l'inflazione dovrebbe attestarsi al 6,3% nel 2023 per poi scendere al 3,4% nel 2024
Inflazione, la Bce conferma nuovi rialzi dei tassi
Il Consiglio direttivo della Bce ritiene che i tassi di interesse "debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2 per cento nel medio termine".
Lo scrive la Banca centrale nel Bollettino economico, sottolineando che "mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi, nel tempo, farà diminuire l'inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione".
In un contesto di eccezionale incertezza, "gli esperti dell'Eurosistema hanno rivisto significativamente al rialzo le proiezioni sull'inflazione, che si collocherebbe, in media, all'8,4 per cento nel 2022 per poi scendere al 6,3 per cento nel 2023 e registrare una marcata riduzione in corso d'anno".
Secondo le proiezioni, come riporta l'Agi, "l'inflazione dovrebbe segnare, in media, il 3,4 per cento nel 2024 e il 2,3 per cento nel 2025, mentre l'inflazione al netto della componente energetica e alimentare dovrebbe collocarsi, in media, al 3,9 per cento nel 2022, per poi salire al 4,2 per cento nel 2023 e quindi scendere al 2,8 per cento nel 2024 e al 2,4 nel 2025".
Rispetto alle proiezioni dello scorso settembre, sottolinea la Bce, "l'inflazione complessiva è stata oggetto di una revisione al rialzo considerevole per il 2022, il 2023 e il 2024 (rispettivamente pari a 0,3, 0,8 e 1,1 punti percentuali) riflettendo dati recenti non corrispondenti alle attese, una rivalutazione dell'intensità e della persistenza delle pressioni inflazionistiche e della loro trasmissione, la più vigorosa dinamica salariale e i rincari delle materie prime alimentari".
Crescita debole nell'eurozona
"Le prospettive per l'area dell'euro si sono lievemente deteriorate e segnalano una crescita più debolee un'inflazione più elevata e persistente rispetto a quanto annunciato dalle proiezioni macroeconomiche di settembre 2022. Gli esperti si attendono ora una recessione breve e di lieve entità, nell'area dell'euro, al volgere dell'anno".
"Ci si attende che l'inflazione complessiva diminuisca fino a raggiungere l'obiettivo a medio termine della Bce del 2 per cento nella seconda metà del 2025, mentre l'inflazione misurata sullo Iapc al netto dei beni energetici e alimentari si manterrà al di sopra di tale livello per l'intero periodo in esame".
Inflazione, gli effetti della guerra in Ucraina
La guerra contro l'Ucraina "continua a rappresentare un significativo rischio al ribasso per l'economia". E sottolinea: "Anche i costi dei beni energetici e alimentari potrebbero rimanere persistentemente più elevati delle attese. Un ulteriore freno alla crescita nell'area dell'euro potrebbe derivare da un eventuale indebolimento dell'economia mondiale superiore alle attese".
La guerra mossa dalla Russia all'Ucraina, si legge ancora, "continua a destabilizzare i mercati delle materie prime energetiche e alimentari e i prezzi dell'energia restano volatili nonostante il calo registrato dopo le proiezioni macroeconomiche degli esperti della Bce di settembre 2022. La guerra fomenta altresì l'incertezza sulla sicurezza alimentare, soprattutto nelle economie emergenti".