Manovra, il fattore Lotito agita Meloni. Il suo voto è decisivo in commissione

Il presidente della Lazio: "Ora vediamo cosa c'é da fare...". Si teme una pioggia di emendamenti e tempi infiniti, col rischio esercizio provvisorio

di Redazione Economia
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Manovra, Lotito e il rischio pioggia di emendamenti. I timori della maggioranza

Il governo Meloni ha varato la manovra, ma non ha fatto i conti con una variabile: i numeri in commissione Bilancio. La premier, Matteo Salvini e ieri anche Antonio Tajani hanno ribadito in coro che la maggioranza non deve presentare emendamenti rispetto al testo approvato lunedì in Consiglio dei ministri. Obiettivo: approvare la manovra "blindata" entro Natale ed evitare sia norme che modifichino il testo sia il cosiddetto "assalto alla diligenza", cioè il profluvio di micronorme che i parlamentari inseriscono nella Finanziaria. Peccato - si legge su Il Fatto Quotidiano - che di fronte alle richieste di Palazzo Chigi ci sia un ostacolo: Lotito. In commissione Bilancio al Senato, infatti, la maggioranza di destra può contare solo su due voti di scarto, 12 a 10: quello di Lotito e del suo braccio destro Dario Damiani, entrambi di Forza Italia. Una coppia che ha in mano il destino della legge di Bilancio.

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"Vediamo cosa c’è da fare...”. Claudio Lotito, presidente della Lazio e vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato, risponde al telefono con tono pacato. Così - prosegue Il Fatto - vuole trattare con il governo da una posizione di forza, con il suo voto decisivo. Non conosco ancora i dettagli ma assicuro che faremo tutto nel rispetto dei regolamenti e con logiche di coalizione". Uno spirito attendista che però preoccupa il governo. Il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani spiega che non si potranno aumentare le spese più del previsto "visto il contesto internazionale e il segnale che daremmo ai mercati", chiudendo anche a richieste dell'opposizione. Resta lo spettro dell'esercizio provvisorio in caso di mancata approvazione della legge entro la fine dell'anno.

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