Pensioni, Rdc e lavoro, Calderone apre a Quota 41: "Siamo al lavoro"

Si è svolto oggi il primo faccia a faccia tra governo e parti sociali, sindacati e rappresentati delle aziende, nella sede romana del ministero del Lavoro

Economia

Parti sociali-Calderone: il primo incontro

Un incontro “conoscitivo” e non altro - per il momento - quello avvenuto oggi, venerdì 4 novembre, nella sede romana del Ministero del Lavoro, in via Flavia 6 a Roma, tra la neo ministra del Lavoro Elvira Calderone e le parti sociali, le sigle sindacali e i rappresentati delle aziende. Un primo faccia a faccia che ha visto sullo sfondo la legge di Bilancio 2023, preceduto dal secondo Consiglio dei ministri del governo Meloni, dal quale uscirà l'aggiornamento programmatico della Nadef. Tanti i temi chiave posti sul tavolo: dal taglio del cuneo fiscale contributivo alle nuove regole sulle pensioni, dal rafforzamento dei premi di produttività alle modifiche al reddito di cittadinanza, dalla sicurezza sul lavoro a un'attenuazione dei vincoli previsti dal Decreto Trasparenza.

Parti sociali- Calderone: i dossier  aperti 

Tutti dossier molti caldi che richiedono risorse e trattative tra le parti sociali e il ministero dell'Economia piuttosto imminenti. Il governo Meloni, da poco insediato a Palazzo Chigi, è già al lavoro su diversi fronti: reddito di cittadinanza, pensioni e lavoro. Sul reddito di cittadinanza c'è in campo una revisione tra i percettori che non essendo in grado di lavorare hanno bisogno di un sostegno e chi invece è “occupabile” e si deve attivare per inserirsi nel mondo del lavoro. In tema di pensioni, l'obiettivo dell'esecutivo è anche evitare il ritorno della legge Fornero a partire da gennaio 2023. I sindacati da parte loro hanno già chiesto di introdurre un sistema di flessibilità per evitare che ci si trovi a gennaio con la possibilità di andare in pensione solo con almeno 67 anni di età o dopo aver versato 42 anni e 10 mesi di contributi.

 

Pensioni, Calderone: "Al lavoro su Quota 41 con Opzione Donna e altri interventi"

Nel concreto, la neo ministra del Lavoro Calderone al termine dell'incontro con i sindacati ha rilevato però alcuni dettagli: seppur sia ancora presto per ipotizzare in Legge di Bilancio una proroga di Quota 102 con cui bypassare la legge Fornero, il governo starebbe dedicando attenzione alla possibilità di introdurre "Quota 41" insieme alla proroga di Opzione Donna e altri interventi.

"Non ho detto che sarà prorogata 'Quota 102' ma credo che 41 anni di contribuzione possa essere un numero di riferimento anche se è ancora presto per dire in che modo con quali condizionalità. 'Quota 41' però potrebbe essere uno dei numeri che entra nei ragionamenti assieme a Opzione Donna e altri strumenti”, ha dichiarato la ministra. 

"Dal primo gennaio 2023 infatti occorre evitare quello “scalone previdenziale" che porterebbe con sé la riforma Fornero e che, ha aggiunta la ministra ”senza interventi correttivi comprimerebbe ancora più la dinamicità del mercato del lavoro“. Calderone ha confermato poi l’annuncio del premier Meloni di voler lavorare per riconfermare alcuni interventi e per valutare come introdurre altre forme di flessibilità “ovviamente sostenibili”. Non si parla solo di riforma e flessibilità, tuttavia. "Serve intervenire anche sul sistema previdenziale complessivo per mettere ordine a tante situazioni che non sempre offrono tutele. È necessaria una riforma sistematica delle pensioni a prescindere dalla manovra di bilancio”, ha concluso. 

Incontro parti sociali-governo, Landini: "Verificheremo se saranno convocati tavoli di settore" 

Un incontro “conoscitivo” e non altro al momento , e che non ha quindi “ricevuto ovviamente nessun tipo di risposta”, ha commentato il leader Cgil Maurizio Landini, al termine del tavolo con il ministro del Lavoro Marina Calderone e le parti sociali. “Vedremo comunque se nei prossimi giorni saranno convocati tavoli di settore”, ha aggiunto ribadendo come il sindacato valuterà “sul merito dei problemi”. All’attenzione di Calderone la Cgil ha portato anche il dossier sui navigator, i lavoratori assunti in concomitanza con l’avvio del Rdc il cui contratto è scaduto e che ora rischiano di restare a casa. “Abbiamo chiesto anche di discutere dei navigator, lavoratori necessari che dopo tre anni rischiano di non avere nessuna prospettiva”, ha spiegato Landini. Tre le priorità portate dalla Cgil al confronto: salute e sicurezza, pensioni e potere d’acquisto dei salari. Ma anche la lotta ad una “precarietà ormai insostenibile”. Temi su cui, ha annotato ancora Landini, "non servono più discussioni generali ma solo entrare nel merito". 

E poi salario minimo ma anche e soprattutto una legge sulla rappresentanza: ”Come servono voti per entrare in parlamento così per fare una trattativa serve una rappresentanza”, ha spiegato rinnovando la richiesta di contratti erga omnes. Ma è al governo e al premier che la Cgil guarda con più intensità: “Ieri abbiamo scritto alla Presidente Meloni per essere convocati preventivamente sulla legge di bilancio, sulle bollette e l’aumento netto di salari e pensioni, oltre ad una riforma del fisco equa". "Fino ad oggi non abbiamo ricevuto risposte ma ci aspettiamo una convocazione nei prossimi giorni”, conclude il segretario Cgil.

Lavoro, Sbarra (Cisl): "Incontro importante, sia primo passo verso un confronto" 

"Riteniamo importante l’incontro tra Ministero del Lavoro e Parti sociali a pochi giorni dell’insediamento del nuovo governo. L’auspicio della Cisl è che sia il primo passo di un solido cammino partecipato”, ha affermato il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra al termine dell’incontro con la ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone. "Molti i dossier da affrontare da subito nel solco di un rinnovato dialogo sociale - aggiunge Sbarra- che non  è scontro  tra interessi contrapposti ma attivo esercizio di responsabilità su obiettivi comuni. Abbiamo detto alla ministra che bisogna  definire un metodo di lavoro per un confronto strutturato e permanente , aprendo tavoli dedicati su difesa del potere di acquisto di salari , retribuzioni e pensioni indeboliti dall’aumento dei prezzi energetici , dei beni alimentari e di un’inflazione che ha toccato il 12%".

"È necessario che il governo adotti un nuovo provvedimento urgente per sostenere i redditi della famiglie,  lavoratori dipendenti e pensionati , prorogando  e rafforzando le misure contro il caro bollette. Bisogna poi affrontare la questione prioritaria della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro in una visione concertata tanto nell’’inasprimento delle misure sanzionatorie quanto nell’investimento su prevenzione e formazione a cominciare dalla scuola", sottolinea ancora Sbarra. 

Il segretario generale della Cisl sottolinea: "E’ importante aprire subito il tavolo di confronto politico sul tema della previdenza e delle pensioni per scongiurare lo scalone di cinque anni dal primo gennaio 2023 e per restituire al sistema profili di equità , flessibilità , inclusività, stabilità delle regole. Pensioni di garanzia per giovani e donne, previdenza complementare, strutturalità e allargamento Ape sociale e flessibilità in uscita rimangomo le nostre priorità".   

Il segretario della Cisl conclude: "Altro dossier da aprire quello su politiche  attive e ammortizzatori, cogliendo le opportunità previste dal Pnrr per governare questo forte disallineamento tra domanda e offerta , per rilanciare il lavoro sotto il profilo quantitativo e qualitativo, ancorandolo a  forti interventi su formazione e crescita delle competenze. Su questi temi chiediamo si aprano tavoli mirati anche per giungere a risultati in vista della prossima legge di stabilità”. 

Lavoro, le cinque proposte di Confcommercio da fisco a pensioni 

A portare nuove e articolate proposte sul tavolo del ministero del Lavoro è stata anche Confcommercio. A partire dalla riforma degli ammortizzatori sociali entrata in vigore il primo gennaio 2022. "La riforma, si legge nel comunicato, è stata caratterizzata dalla messa in campo di strumenti più inclusivi, ma anche da una più onerosa contribuzione, che incidono soprattutto sulle imprese del terziario di mercato. Per far fronte al particolare periodo storico, è necessario che l’aumento graduale dei costi per le imprese, connessi alla riforma degli ammortizzatori sociali, sia prorogato fino a tutto il 2023".    

"In uno scenario caratterizzato dagli aumenti, dal ritorno di un’inflazione (11,9%) trainata dai prezzi energetici e da crescenti rischi di recessione con conseguenti impatti su imprese ed occupazione, sottolinea ancora Confcommercio, si colloca il rinnovo del nostro CCNL leader, il più applicato in Italia, con impatto su circa 3,5 mln di lavoratori". "Per dare spinta e slancio ai rinnovi dei CCNL dei settori pesantemente condizionati dalla situazione attuale, si evidenzia la necessità di decisi interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, e di misure di detassazione degli aumenti contrattuali". 

Inoltre, l'associazione ricorda che "lo strumento dell’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale rappresenta oggi l’unico ammortizzatore sociale di categoria. In considerazione di tale incremento e della forte crisi che grava sulla categoria dei commercianti, sarebbe auspicabile un intervento riformatore che possa garantire la riduzione del prelievo contributivo e, allo stesso tempo, la sostenibilità della misura nel lungo periodo".   

Infine, sul capitolo pensioni, Confcommercio sottolinea che "occorre avviare un percorso che, pur ripristinando un meccanismo di flessibilità in uscita, garantisca la sostenibilità complessiva del sistema ed una stabilità futura delle norme che consenta una migliore programmazione del futuro sia per le aziende che per gli stessi lavoratori. Un obiettivo che può essere raggiunto individuando un mix tra contribuzione versata ed età anagrafica, che sia coerente con le attuali dinamiche demografiche e che soprattutto conservi un saldo ancoraggio del sistema previdenziale ai principi cardine del modello contributivo, salvaguardando la corrispondenza attuariale tra contribuzione versata e prestazioni e modificando la prestazione attesa in base all’età effettiva di pensionamento". 

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