Stellantis patteggia una sanzione da 300 mln. Ma si scommette sul titolo
Momento a due facce per l’azienda guidata da Carlos Tavares: da una parte la controversia sulle emissioni, dall’altra il boom degli incentivi
Stellantis, sanzione da 300 milioni negli Usa
La notizia cattiva è che dal 2019 a oggi Stellantis ha dovuto pagare 1,1 miliardi di dollari alle autorità americane per il caso relativo alle emissioni “truccate di circa 100.000 veicoli tra il 2014 e il 2016. Quella buona è che la vicenda dovrebbe essere definitivamente chiusa. Dopo aver patteggiato una sanzione da 300 milioni con le autorità americane, ora il gruppo guidato da Carlos Tavares può guardare al futuro. Che potrebbe essere più roseo del previsto, dopo un triennio terribile a causa della pandemia, della scarsità di componenti e della guerra tra Russia e Ucraina.
L’ecobonus
Come fa notare Milano Finanza, infatti, Stellantis è tornata tra i preferiti degli analisti. I nuovi incentivi per l’acquisto dell’auto, infatti, potrebbero rappresentare un sensibile aiuto per un settore asfittico da molto tempo. Per Equita Sim, ad esempio, è bene ritoccare al rialzo il target price, a 19 euro, con un rating “buy”. Nel primo giorno di apertura del portale si è registrata una forte domanda degli incentivi per auto Ice/ibride che hanno registrato richieste per 100 dei 170 milioni stanziati. Minore la richiesta per i veicoli a batteria elettrice (25 su 220 milioni) e per ibride plug-in (20 su 225 milioni). "È quindi ragionevole aspettarsi che le immatricolazioni del mercato italiano possano recuperare a partire da giugno, dopo il -26,5% registrato nei primi 4 mesi", spiegano gli analisti di Equita Sim, "il recupero dipenderà comunque dalla capacità di produrre in funzione dell'evoluzione dello shortage di componenti". Una notizia non indifferente per Stellantis, con l'Italia rappresenta il 9% dei volumi delle vendita globali.