Tetto al gas, il premier norvegese: "Decisione che può ritorcersi contro l'Ue"

Jonas Gahr Store spiega: "Così aumenterebbe la domanda di un prodotto che ha un'offerta limitata, un rischio"

Economia

La Norvegia avvisa l'Ue sul price cap: occhio all'effetto boomerang

La crisi energetica si fa sempre più grave e l'Ue cerca una soluzione comune per far rallentare i prezzi di gas e luce in seguito alle conseguenze delle sanzioni inflitte alla Russia. I 27 Paesi dell'Unione però non sembrano d'accordo su nulla e ognuno va per la sua strada, con Germania e Olanda che fanno muro sul tetto al prezzo del gas. A sostenere la posizione di questi due Paesi arriva anche la Norvegia che non fa parte dell'Ue ma che ha un'importanza strategica sulle forniture di gas. Secondo Eurostat, infatti, - si legge sul Corriere della Sera - ha esportato gas in Europa per due miliardi di euro nel 2020, sei miliardi nel 2021 e dieci miliardi solo nella prima metà del 2022. Quindi si avvia a decuplicare i profitti del gas. Per il petrolio, si prevede una crescita di cinque volte, fino a cento miliardi.

"Dobbiamo lavorare insieme - spiega il premier norvegese Jonas Gahr Store al Corriere - affinché il mercato operi in modo da garantire la fornitura e la corretta distribuzione del gas. La Norvegia è il principale fornitore, ma c’è anche il gas liquefatto che viene dagli Stati Uniti e dal Golfo. Rispettiamo il fatto che l’Europa stia valutando come regolare i mercati nel modo migliore. Ci limitiamo a sconsigliare misure che potrebbero avere effetti contrari, aumentando la domanda di qualcosa in cui c’è scarsità e un’offerta limitata. Seguendo le discussioni nella Ue osservo molti punti di vista diversi e posso capire perché: i Paesi si trovano ciascuno in una situazione differente".

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