Usa, creati 340 mila nuovi posti di lavoro. Ma l'inflazione rischia di sfuggire di mano

Secondo il Bureau of Labor Statistics i posti liberi sono il doppio dei disoccupati

di Daniele Rosa
Economia

Usa, in crescita a maggio il mercato del lavoro

Il mercato del lavoro americano continua ad andare a gonfie vele e ha creato a maggio ben 340.000 nuovi posti di lavoro, secondo i nuovi dati del Bureau of Labor Statistics. Il tasso di disoccupazione, che a questi livelli significa quasi piena occupazione, è cresciuto al 3,7% dal 3,4% del mese passato.

Un livello che non si vedeva dal lontano 1969. Inaspettati e sorprendenti tanto da essere considerati “troppi” di quanto la Fed vorrebbe per tenere sotto controllo l’attuale momento inflazionistico, anche perché questo trend si sta mantenendo ininterrotto da oltre due anni e mezzo. Le aspettative erano di una crescita di “soli” 195000 posti mentre adesso i posti liberi  sono il doppio dei disoccupati. Da una parte il dato è molto positivo ma dall’altra rende più complicato il controllo dell’inflazione adesso ferma al 4,9%.ù

Usa, creati a maggio 340.000 nuovi posti

Mentre Joe Biden tira un sospiro di sollievo per la soluzione del tetto del debito l’America finanziaria rivolge le attenzioni ancora al trend inflattivo. Il mercato del lavoro viene misurato con due rilevazioni: una dedicata alle imprese ( posti di lavoro creati) e una alle famiglie (quanti sono attivi e quanti disoccupati). A maggio c’è stata una insolita discrepanza tra le due analisi con 340.000 posti creati, 310.000 occupati in meno e 130.000 persone in più tra gli attivi. Ed è questo il motivo per cui è cresciuto il tasso di disoccupazione a fronte di una crescita dei posti di lavoro.

Con l’amministrazione Biden sono stati creati 13,6 milioni di posti di lavoro. Nei dati presentati si nota come la spirale dei prezzi dei salari non stia accelerando. Negli ultimi 12 mesi, la retribuzione oraria media è aumentata del 4,3%, rispetto al tasso annuo del 4,4% di aprile. Tutto questo impatterà sulla prossima decisione della Fed, prevista tra una settimana e mezzo. Anche se è troppo presto per avere certezze. Uno dei governatori della Federal Reserve, Philip Jefferson, è sembrato propenso a scommettere su una pausa nei rialzi.

“La decisione di mantenere costante il tasso di interesse ufficiale in una prossima riunione non deve essere interpretata nel senso che abbiamo raggiunto il tasso massimo per questo ciclo. Infatti, non alzare i tassi in una futura riunione consentirebbe al Comitato di avere più dati prima di prendere decisioni sul grado di ulteriore inasprimento della politica monetaria”. Insomma battaglia contro l’inflazione in America non è ancora vinta ma l’obiettivo di raggiungere il 2% sembra ora più vicino.

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