Guerra Ucraina, Kiev continua a comprare gas da Putin. Draghi in Algeria

Persino l'Ucraina continua ad acquistare energia dalla Russia. Il premier ad Algeri, che intanto però continua ad alzare il prezzo. Anche Eni punta sull'Africa

(Fonte immagine: Imagoeconomica) 
Esteri
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Guerra Ucraina, Kiev continua a comprare gas dalla Russia nonostante l'invasione

Mentre il mondo si scervella per provare a capire come evitare di acquistare gas dalla Russia di Vladimir Putin, proprio il paese invaso dall'esercito di Mosca continua invece a farlo. Proprio così, l'Ucraina continua ad acquistare gas russo. Scome scrive il Fatto Quotidiano, "Kiev formalmente non dipende più dall ’energia di Mosca, ma in realtà acquista un decimo dei suoi consumi ancora da Gazprom, sebbene solo indirettamente. In questa complicata partita doppia, l’Ucraina incassa ogni anno royalties per i servizi di trasporto per oltre un miliardo di dollari, ma poi è costretta a pagare trasversalmente il proprio aggressore".

Secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano, "Mosca paga Kiev anche dopo averla aggredita (e di qui si spiega l’attenzione a non bombardare le pipeline), mentre l’Ucraina però deve restituire il favore alla Russia versandole attraverso Ungheria, Slovacchia e Polonia milioni di dollari che finiscono per finanziare indirettamente la macchina bellica di Putin. Un paradosso della geopolitica del metano e dei gasdotti".

Guerra Ucraina, Draghi e l'Eni puntano sull'Africa. Il premier in Algeria

Nel frattempo l'Italia punta sull'Africa. Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, lunedì 11 aprile si recherà ad Algeri per incontrare il Presidente della Repubblica algerina democratica e popolare, Abdelmadjid Tebboune. Sul tavolo nuovi accordi per il gas, ma attenzione perché proprio Algeri sta alzando il prezzo del gas per trarre più vantaggi possibile in questa favorevole contingenza geopolitica. Ma Draghi non si fermerà all'Algeria ed entro fine aprile sarà anche in altri paesi africani come Angola, Mozambico e Congo. 

Questa spinta verso l'Africa è sostenuta anche dall'Eni. Come scrive il Messaggero l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, ha suggerito di provare a percorrere la via africana, puntando nello specifico ad aumentare le forniture da Algeria e Libia. "Ma è possibile che l'Algeria possa incrementare le forniture all'Italia di altri 10 miliardi di metri cubi l'anno? Visti le condizioni di partenza, forse la stima più realistica è 3 miliardi", spiega sempre il Messaggero.

"Un'alternativa al Medgaz è pompare più gas liquefatto attraverso il gasdotto ad alta capacità Maghreb-Europe (Meg). Il problema è che la pipeline attraversa il Marocco e a causa delle tensioni tra Algeri e Rabat, è saltato il rinnovo del contratto tra Sonatrach e il ministero marocchino dell'Energia" prosegue il Messaggero. "In realtà questa difficoltà potrebbe diventare una buona notizia per l'Italia, perché l'Algeria potrebbe decidere di dirottare in Italia parte del gas destinato al Meg".

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