Moda e criptovalute, tutti i brand che accettano pagamenti in Bitcoin

Il settore della moda apre ai pagamenti in criptovalute, spinto dal sempre più insistente trend (non del tutto positivo) del nuovo tipo di valuta digitale

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Moda e criptovalute, ecco i brand che accettano Bitcoin: da Philip Plein a Gucci

Il sistema delle criptovalute sta definitivamente entrando nel mondo del fashion. Pioniere, tra gli altri, di questo nuovo tipo di pagamento è Philipp Plein, seguito da Off-White e altri brand. Ma la svolta potrebbe arrivare da Gucci, la prima maison di un conglomerato del lusso che ha sdoganato ufficialmente ogni pregiudizio e ha iniziato ad accettare in via definitiva i pagamenti in criptocurrency. Una presa di posizione importante da parte di una griffe del gruppo Kering che, con ogni probabilità, farà da sparti acque nella moda e aprire la strada ad ulteriori brand che vorranno addentrarsi nel mondo degli asset digitali.

A partire da fine maggio, il programma pilota permetterà ai clienti della maison di acquistare i capi disegnati da Alessandro Michele in criptovalute. Inizialmente il programma sarà attivo in un numero limitato di negozi, nello specifico a: Gucci Wooster a New York, Rodeo Drive a Los Angeles, Miami Design District, Phipps Plaza ad Atlanta e The Shops at Crystals a Las Vegas. Nel corso dell’estate sarà poi esteso a tutte le boutique Gucci a gestione diretta in nord America.

Comunque, dopo l’annuncio del brand della ‘doppia G’, anche Genny, Sergio Rossi e Tag Heuer, brand della galassia Lvmh, hanno aperto il loro portafoglio alle cripto. In merito all’iniziativa del marchio di orologi di lusso del gruppo di Bernard Arnault, il CEO Frédéric Arnault si è espresso così: “Sapevamo che Tag Heuer avrebbe adottato quella che promette di essere una tecnologia integrata a livello globale nel prossimo futuro, nonostante le fluttuazioni, che trasformerà profondamente il nostro settore e oltre”.

Tornando indietro nel tempo, la prima griffe che ha saputo buttarsi in questo mercato volatile e, ai tempi, ancora al quanto ignoto alle masse, fu Hublot nel 2018. Come riporta Pambianco, nella fattispecie si trattò di un’iniziativa temporanea, ma che col senno di poi, anticipò di parecchio quello che oggi inizia a porsi come futura normalità; per celebrare i 10 anni di Bitcoin, il marchio di orologi luxury di Lvmh aveva lanciato uno speciale orologio, rigorosamente in edizione limitata, acquistabile solamente tramite il re delle criptovalute all’equivalente prezzo di 25mila dollari.

Passando a tempi più recenti, dal 3 agosto 2021 anche il gruppo Philipp Plein accetta pagamenti in 15 forme di criptovalute, tra cui Bitcoin ed Ethereum. La valuta digitale è accettata per gli acquisti nei negozi monomarca del gruppo in tutto il mondo e soprattutto sulla piattaforma e-commerce del marchio. “Credo – aveva dichiarato lo stesso Philip Plein – che le criptovalute siano il futuro e io e il mio team ci siamo impegnati a fondo in termini di tempo e risorse, eseguendo tutte le modifiche di sistema necessarie per adottare questo nuovo tipo di valuta. Sono molto contento di poter offrire ai nostri clienti questo ulteriore strumento di pagamento e la flessibilità ad esso associata”.

Da fine marzo 2022, invece, la notizia che Off- White, marchio fondato da Virgil Abloh, lo stilista scomparso prematuramente nel novembre 2021, avrebbe accettato nei suoi flagship store di Parigi, Londra e Milano pagamenti in criptovaluta, compresi Bitcoin, Ethereum, Binance Coin, Ripple, Stablecoins Tether e Usd Coin.

Questo trend di apertura nei confronti del crypto-business riflette sicuramente la volontà di andare a catturare una nuova base di clienti, per ampliare quella già esistente, prendendo in considerazione che i trader di asset digitali online, di cui una buona Gen Z e Millennials, riescano ad accumulare notevoli quantità di criptovalute con le loro transazioni, che adesso saranno spendibili non solo più nel Metaverso o per l’acquisto di Nft, ma anche nel mondo reale.

In generale sembra che il futuro spinga verso questa direzione ed è possibile che sempre più aziende, non solo di moda, abbraccino il questo cambiamento, non più solo digitale ma un vero e proprio cambiamento economico di mercato.

 

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