Menopausa, addio vampate di calore indesiderate. Arriva il nuovo farmaco

Fezolinetant approvato dalla FDA americana contro le popolari “scalmane” femminili. Secondo la rivista scientifica "The Lancet", i sintomi si riducono del 50%

di Daniele Rosa
Medicina

Menopausa, Fezolinetant il nuovo farmaco non ormonale contro le vampate di calore

Quante donne in menopausa hanno provato o stanno provando il disagio quotidiano delle vampate di calore improvvise che limitano le attività giornaliere e disturbano il riposo notturno? Oltre l’80% e di queste il 25% le subisce in maniera piuttosto pesante tanto da disturbare il giorno e la notte. Adesso per loro, e per combattere le meno scientifiche ma più popolari “scalmane”, è nato un rimedio efficace. La FDA, l'organismo regolatorio per i medicinali negli Stati Uniti, ha approvato il primo farmaco non ormonale per il trattamento delle vampate di calore.

E’ il Fezolinetant, della farmaceutica Astellas Pharma, e sarà commercializzato come Veozah. Al momento esistono prodotti che evitano le vampate ed altri sintomi della menopausa ma sono tutti ormonali. Molte donne però, in particolare quelle che hanno avuto patologie oncologiche (tumori al seno) sono off limits per questi trattamenti. Gli ormoni infatti possono favorire la crescita dei processi tumorali.

Menopausa, l'azione di Fezolinetant nel fermare le vampate di calore

“The Lancet”, la prestigiosa rivista medica, ha spiegato in uno studio come agisce il nuovo farmaco.  Il Fezolinetant è in grado di bloccare il recettore della neurochinina-3, chiave fondamentale nella comunicazione con il cervello per la regolazione dell'ipotalamo. Il calo di estrogeni viene decodificato come un calo di temperatura e scatta un segnale di difesa in modo che i vasi sanguigni della pelle si dilatino (la vampata di calore).

Fezolinetant blocca questo processo. Antonio Cano, professore di Ostetricia e Ginecologia all'Università di Valencia e coautore di quello studio, ha sottolineato che “la frequenza dei sintomi si riduce di poco più del 50% rispetto al placebo. Una cifra leggermente inferiore a quella dei trattamenti ormonali”. E questo rappresenta una valida alternativa, soprattutto per le donne con trascorsi oncologici superati o in via di trattamento.

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