Qualche domanda su Boiocchi, il boss che tutti conoscevano

La verità è che esistono delle zone franche, in Italia. Degli enormi buchi neri

di Fabio Massa
Milano

Qualcuno ci spieghi come è possibile che Vittorio Boiocchi, il capo ultrà dei Boys dell'Inter, si vantasse di fare 80mila euro al mese taglieggiando i baracchini dei panini e gestendo i parcheggi, senza che nessuno abbia mai fatto nulla. Qualcuno ci spieghi come è possibile che vengano fatte alzare migliaia di persone e fatte uscire dallo stadio a spintoni e pugni, senza che nessuno sia stato non dico arrestato, ma quantomeno fermato dalla polizia. Qualcuno ci spieghi perché lo stadio di San Siro è un enorme buco nero di illegalità. E non solo per la tifoseria organizzata interista, ma anche per quella milanista e quindi per Luca Lucci, pure lui condannato - come Boiocchi - per spaccio di droga. 

La verità è che esistono delle zone franche, in Italia

La verità è che esistono delle zone franche, in Italia. Degli enormi buchi neri. Esiste anche una teoria delle forze dell'ordine. Quando facevo il cronista di nera, vent'anni fa a Rozzano, un ufficiale dei carabinieri mi raccontava che in certi punti, che loro tenevano d'occhio, non intervenivano apposta. C'era tutta una litania di ragioni: erano luoghi lontani dalle case, controllati, e soprattutto chi li gestiva non intendeva arrecare problemi all'ordine pubblico. Insomma, affari illegali ma non fastidiosi. Può sembrare incredibile, ma è così, e ritengo che sia così anche per la questione dello Stadio. E' inaccettabile, ovviamente, che vengano fatti alzare spettatori innocenti per onorare un capo ultras delinquente e criminale. Ed è inaccettabile sapere che in una città come Milano, che continua a proclamarsi la capitale morale d'Italia, possa esistere che un capo ultras gestisca affari illeciti per 80mila euro al mese, lamentandosi pure che questi sono troppo poco redditizi, per giunta su aree pubbliche.

Nel dibattito pubblico sullo stadio dovremmo inserire anche una sorveglianza del territorio

Forse nel dibattito pubblico sullo stadio dovremmo inserire, oltre alle volumetrie e ai limiti, oltre al verde e a tutte le questioni economiche, anche una programmazione e una sorveglianza del territorio che renda lo stadio qualcosa di onesto, trasparente, limpido e pulitissimo. Dove non ci sono boss e capibastone che per il fatto di urlare forza inter o forza milan diventano ras della malavita. 

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