Silvestri, "le false voci su Lollobrigida diffuse da un amico di Licio Gelli"

Si chiama Gianmario Ferramonti e ha un passato nel centrodestra. Sarebbe stato lui a mandare il Whatsapp che ha generato il caos sulla paternità

Politica

Caso Silvestri, La Verità avanza un'ipotesi sull'sms incriminato

Continua a far discutere il caso di Rachele Silvestri, la deputata di Fdi che ha scritto una lettera aperta per denunciare il suo malessere, in seguito ad una falsa notizia diffusa in ambienti della politica, sulla presunta paternità di suo figlio attribuita ad un politico influente del suo partito. Silvestri ha fatto il test del Dna per rendere pubblica la fake news, confermando che il figlio è del suo attuale compagno e non di un politico.

Subito dopo si è scatenata la caccia al nome del presunto interessato e a chi avesse messo in giro quelle voci false. Il quotidiano "La Verità", avanza una sua tesi. Il 14 settembre scorso - scrive il quotidiano diretto da Belpietro - un sms proveniente da Gianmario Ferramonti raccontava infatti la storia sul ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida (cognato di Giorgia Meloni) e Silvestri  su Whatsapp.

Parlando di un "gossip pruriginoso" e sostenendo che Lollobrigida avesse imposto la candidatura di Silvestri in Abruzzo (dove è stata eletta l’ex M5s). Ferramonti è un imprenditore e un politico di origini bresciane, considerato un amico dello storico fondatore della loggia massonica P2 Licio Gelli. Ferramonti - prosegue La Verità - è da sempre in politica. Nel 1990 era sceso in campo con la Lega Nord.

Assumendo la carica di amministratore delegato di Pontidafin. Sostiene anche di aver partecipato attivamente alla fondazione di Alleanza Nazionale. Poi si era messo con Gianfranco Miglio nel Partito Federalista. Poi viene arrestato per la presunta truffa Phoney Money. Nel 2005 viene assolto da ogni accusa. In seguito si schiera con Donald Trump e marcia al fianco dei gilet gialli italiani guidati da Antonio Pappalardo.

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