Mancini, 007 fatto fuori da Report: "Io via dal Dis con soddisfazione russi"

Parla l'uomo protagonista del fatale incontro in autogrill del dicembre 2020 con l'ex premier Matteo Renzi

Politica
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Mancini: "Ho perso il posto di lavoro. Immagino con grande soddisfazione dei servizi segreti russi"

Marco Mancini, ex 007, con trenta anni nel controspionaggio, poi capo reparto al Dis, prossimo alla promozione a vicedirettore, è il protagonista del fatale incontro in autogrill del dicembre 2020, il filmato è stato trasmesso dalla trasmissione 'Report', con l'ex premier Matteo Renzi.

"A causa di questa operazione mediatica ho perso il posto di lavoro. Immagino con grande soddisfazione dei servizi segreti russi", dice all'Ansa il protagonista di tante operazioni dell'intelligence italiana, come i sequestri di connazionali in Iraq e altrove, finito anche nel mirino della magistratura - ed in seguito prosciolto - per il caso Abu Omar ed i dossier Telecom.

E, mentre continua la guerra in Ucraina, avverte: "gli agenti di Mosca sono tuttora attivi in Italia". Riguardo alle circostanze che hanno causato la sua anticipata uscita dal Dis, Mancini ritiene che "nelle sedi istituzionali deputate al controllo dei servizi (il Copasir, dove e' stato gia' ascoltato lo scorso 14 luglio - ndr) si possa giungere a definire i reali contorni, le dinamiche e i contenuti della vicenda trattata dai media. Essere individuato, riconosciuto e mostrato in televisione senza che vi fosse una mia immagine pubblica dal 2005 e' inquietante e sconcertante. Peraltro, in quell'occasione, stavo facendo un semplice saluto prenatalizio a un senatore della Repubblica italiana".

L'ex dirigente dell'intelligence e' tenuto per legge - anche da pensionato - a rispettare il segreto sulle informazioni acquisite durante la sua attivita'. Si limita cosi' ad una considerazione: i servizi russi sono tra coloro che avranno gioito per la sua uscita. E spiega anche il perche': "ho servito il mio Paese per oltre 40 anni, di cui 30 passati al controspionaggio, diventandone il responsabile dopo l'11 settembre 2001. Nel tempo - ricorda - ho potuto constatare il continuo aumento della presenza nel mondo di agenti prima sovietici (Kgb - Gru) e poi russi (Fsb - Svr - Gru). Diverse operazioni di controspionaggio hanno fatto emergere la determinata spregiudicatezza degli agenti operativi di Mosca presenti sul nostro territorio nazionale".

Nel mondo dell'intelligence, sottolinea, "il controspionaggio italiano ha sempre potuto dimostrare un'alta efficienza operativa, una completa preparazione tecnico-professionale e una straordinaria capacita' di muoversi in teatri di guerra e in ambienti terroristici, sempre nell'esclusivo interesse della sicurezza dello Stato italiano. Prestazioni che in passato hanno ottenuto il plauso e il riconoscimento delle maggiori agenzie di intelligence, consentendoci di essere riconosciuti come interlocutori autorevoli". 

Mancini non entra nello specifico delle operazioni di controspionaggio condotte nel passato, ma pensa che "i servizi segreti russi in Italia e all'estero abbiano costantemente mantenuto una capillare e continua attivita' di ricerca informativa attraverso 'covert operation' dedicate, per raggiungere target stabiliti da Mosca. L'intelligence russa conduce queste operazioni anche per mezzo del reclutamento di fonti umane, scelte con particolare abilità". 

"Se fosse accertato con sentenza definitiva che Walter Biot (il capitano di fregata in servizio allo Stato Maggiore della Difesa arrestato nel marzo 2021, ndr) ha trafugato segreti dal patrimonio informativo italiano a favore dell'intelligence russa - evidenzia - cio' sarebbe la conferma della continua attivita' clandestina che gli agenti di Mosca svolgono attivamente tutt'ora, e sottolineo tutt'ora, sul nostro territorio nazionale".

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