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Spettacoli
Enrico Ruggeri: "Pasolini e De Andrè? Oggi sarebbero stati massacrati sui social"
Enrico Ruggeri (Lapresse)

Enrico Ruggeri racconta la sua "Rivoluzione" in un album. Il cantante milanese presenta il suo ultimo lavoro e si confessa in questa intervista ad Affaritaliani.it. "Il mio sogno era suonare. Ma non come oggi che è rivalsa sociale, per fare soldi e diventare famoso", spiega. La sua generazione? "Combattiva" che sa "soffire", ma che "non è riuscita a cambiare il mondo". Il mondo flagellato da pandemie e rischio terza guerra mondiale? Non lo ha sorpreso, lui e Decibel avevano composto e presentato canzoni profetiche che sono finite in un medley chiamato Cassandra: "Si parla di quanto alcune lobby di potere possano influenzare l’andazzo del mondo". Enrico Ruggeri e il calcio: i campioni rivoluzionari? George Best, Evaristo Beccalossi e Diego Armando Maradona (protagonisti della sua canzone "Il fantasista"), ma sono tanti, come Gianfranco Zigoni, "che giocava nel Verona e andò alla Juve. Lo misero in panchina e lui ci arrivò con il cappello di cowboy e la pelliccia, fumando".

L'intervista di Enrico Ruggeri ad Affaritaliani.it

Nasci in un’epoca che è stata rivoluzionaria, gli anni '60-'70. Cosa della tua generazione è andato a segno e dove avete fallito?
“A buon segno l’approccio con la vita, siamo una generazione combattiva, abituata a tutto. A scuola avevamo le barricate, qualche compagno di classe eroinomane ce lo avevano tutti. Insomma, una generazione che sa soffrire. Di negativo c’è che non è riuscita a cambiare il mondo. Anche se oggi i 60enni sono quelli che reggono le sorti del pianeta: politici, capi della finanza. Ma questo vuol dire poco. Molti di quelli che hanno vinto, lo hanno fatto tradendo i loro principi”

Quali i principi traditi in modo più evidente?
“La coerenza con se stessi. Una volta il sistema era un nemico poi è diventato un labirinto nel quale muoversi, magari imparando anche a sgomitare un po’"

Avresti mai immaginato che saremmo finiti in un mondo flagellato da una pandemia e a rischio guerra mondiale? Pensavi che potessimo tornare così tanto indietro?
“Francamente sì. Ho scritto anche delle canzoni su questo. Già nel '78 ho fatto un pezzo con i Decibel, “Lavaggio del cervello” che parlava di quanto i media potessero influenzare il mondo. Nel 2014 poi ho pubblicato “L’onda” in cui già si parlava di quello che poi sarebbe diventato il buonismo: il giusto e lo sbagliato a priori. Tre anni dopo con i Decibel è arrivato “Primo livello”. Infatti li abbiamo messi assieme questi tre pezzi chiamando il medley “Cassandra”. Si parla di quanto alcune lobby di potere possano influenzare l’andazzo del mondo. Secondo me era abbastanza evidente che sarebbe successo qualcosa per “compattare” il mondo tutti da una parte”

I social hanno colpe in questo processo?
“Oggi sono un veicolo di comunicazione spaventoso con tutto quello che ne consegue. Puoi fabbricar false notizie, insultare chiunque. Hai questa illusione di democrazia. L’unica cosa positiva è che… una volta ti sprangavano sotto casa, oggi ti infamano sui social. Ci si fa meno male

”Se tu potessi consigliare quali battaglie combattere per avere un futuro migliore. Cosa gli diresti?
“Di non cercare il consenso a tutti i costi. Oggi tornando ai social c’è questa pagella, che sono i like, in cui tutti dicono e fanno delle cose per cercare di non scontentare nessuno. E di farsi belli. Faccio un esempio…”Prego…“Il cantante medio oggi scrive il tweet ‘No alla fame del mondo’. Che di per sé, se mi permette un’espressione colorita.. ‘grazie al…’. Non ci si sbilancia. Penso che oggi gente come Pasolini, Flaiano, Gaber, De André sarebbe stata massacrata sui social. Il consiglio che do a un giovane che sta cercando il suo spazio al mondo è quello di non fare troppo caso alla pagella social”

Pasolini, Flaiano, De Andrè a loro modo sono stati rivoluzionari.  Nell’epoca attuale vedi qualcuno che si distingue dalla massa?
“Ci sono menti vivaci che non si uniformano. Io credo di essere tra queste. Poi il problema è sempre questo: chi non si uniforma viene visto come disturbatore, sovversivo. Quando io, nell’aprile 2020, ho detto ‘Stiamo diventando come lo scarafaggio di Kafka chiusi in casa con l’unico desiderio di nutrirci e non morire’ sono stato “fucilato”. Quando ho detto ‘Non possiamo impedirci di vivere per la paura di morire’. Ovviamente non l’ho detto da virologo, ma da pensatore. E l’avrei detto anche se fossi stato intubato e in punto di morte”

Parliamo di Enrico Ruggeri ‘rivoluzionario’. Pensiamo alla foto del tuo album in cui appari come studente 17enne. Quali erano i tuoi sogni che hai realizzato?
Il mio sogno era suonare. Ma non come oggi che è rivalsa sociale, per fare soldi e diventare famoso. Io no. Mi sono accorto che la cosa che mi faceva stare meglio al mondo era andare in cantina a stare con gli amici e suonare. Avevo il mio ruolo nel mondo: ero Ruggeri, quello della seconda H, quello strano che suona. Ero io, non facevo parte di nessuna massa. Quando David Byrne dice ‘La musica contiene la sua ricompensa’ ha ragione. Poi nella vita mi è andata molto meglio di quello che potevo ipotizzare, però il concetto è speravo di passarla salendo sul palco a suonare. E mi è andata molto bene”

E quali sogni no? Qualcosa che ti manca…
“Di allora no. Poi naturalmente l’appetito ti vien mangiando e quando ti trovi nell’ingranaggio pensi che sei in grado di fare qualcosa che non ti hanno proposto. Questa è la vita e capita a tutti”

La prossima rivoluzione di Enrico Ruggeri…
“I concerti. Oggi la gente, soprattutto i più ingenui, vanno ai concerti pensando di sentire della musica. Spesso ascolta l’80% di pre-registrato. Oggi si chiamano ‘sequenze’, una volta si diceva ‘canta sulle basi’. Invece il nostro è un concerto in cui tutto quello che senti è suonato in quel momento. Conosco un sacco di persone che non è mai venuta a un mio concerto, ma non conosco una persona che sia venuta una volta sola. Se vengono… tornano. Non esiste mai un concerto uguale a quello della sera prima”

Da grande tifoso dell’Inter come vedi la volata scudetto con il Milan: senti il secondo titolo consecutivo nel taschino?
“Mi sembra un po’ quello che a Milano chiamano ‘’il ciapa nò’, ma è un gioco che c’è un po’ in tutte le regioni d’Italia: il tresette in cui vince chi ha prende carte. La volata scudetto sembra andare così: pare che qualcuno si stia staccando. Prima l’Inter, poi il Milan.. e così via. Sembra che nessuno lo voglia questo scudetto”

Un calciatore rivoluzionario che ti è rimasto nel cuore?
“Ho scritto un pezzo ‘Il fantasista’ dedicato a George Best, Evaristo Beccalossi e Diego Armando Maradona.  Ma ce ne sono… Il calcio, realtà così istituzionalizzata, in realtà si presta ad avere degli eroi… Ricordo Zigoni, che giocava nel Verona e andò alla Juve. Lo misero in panchina e lui ci arrivò con il cappello di cowboy e la pelliccia, fumando. Tornando a Best, lui era il quinto Beatles. O Gigi Meroni che girava per Torino con una gallina al guinzaglio”

Oggi forse meno…
“Sì perché c’è la ripartenza da dietro, il raddoppio di marcatura, la sovrapposizione.. è un altro calcio. Beccalossi è uno che si fumava due Marlboro nell’intervallo e poi faceva gol. Non parliamo di Maradona… “

Enrico Ruggeri “La rivoluzione – il tour”. Le date

Prosegue “La rivoluzione – il tour”. Enrico Ruggeri è accompagnato sul palco dalla band composta da Paolo Zanetti (chitarre), Francesco Luppi (tastiere), Fortu Sacka (basso), Alex Polifrone (batteria) ai quali si aggiungono Massimo Bigi, autore di molte canzoni dell’album e cantautore a sua volta (chitarre) e Silvio Capeccia, leggendario sodale nei Decibel (tastiere) che sta per pubblicare il suo nuovo album “Silvio Capeccia plays Decibel vol.2”. Il tecnico del suono è Sergio Bianchi, produttore, con Enrico e Fortu Sacka, dell’album “La Rivoluzione”.

21 aprile al Teatro Ambasciatori di CATANIA

26 aprile al Teatro Olimpico di ROMA

30 aprile al Teatro Cavallino Bianco di GALATINA (Lecce)

I biglietti sono disponibili sul circuito Ticketone www.ticketone.it/artist/enrico-ruggeri.

Il tour è prodotto da Joe & Joe.

Radio Subasio è la Radio Ufficiale del tour.

Enrico Ruggeri - “La Rivoluzione”

La Rivoluzione” è un disco che parla di rapporti umani, di sogni adolescenziali e di una generazione che si è scontrata con la vita, rappresentata dall’iconico scatto di copertina, una foto della classe di Enrico Ruggeri al Liceo Berchet, anno scolastico ‘73/’74. Undici brani che delineano un concept album autobiografico, con racconti e suggestioni esaltati dall’inconfondibile timbro vocale di Enrico e dalla cura del suono in fase di registrazione.

Il cantautore ha lavorato per due anni a tutti i brani dell’album, con la collaborazione di Andrea Mirò in “Gladiatore” e di Massimo Bigi in “La Rivoluzione”, “Non sparate sul cantante”, “Parte di me” e “Glam bang”.

Il disco contiene due featuring: con Francesco Bianconi in “Che ne sarà di noi”, amicizia nata due anni fa a Musicultura, e con Silvio Capeccia, insieme al quale 50 anni fa (1972) aveva fondato gli Champagne Molotov, prima dei Decibel, in “Glam bang”.

Enrico Ruggeri, 40 anni di successi

Vincitore del Premio Tenco nel 2021, in oltre 40 anni di carriera Enrico Ruggeri ha scritto pezzi di storia della musica italiana, per se stesso, per i Decibel e per altri grandi artisti. Affonda le sue radici nel punk, in bilico tra rock e synth pop senza mai rinunciare alla melodia. Il suo ultimo album è “Alma” del 2019. Al cantautorato affianca l’attività di scrittore (il suo ultimo romanzo è il best seller “Un gioco da ragazzi” per La Nave di Teseo), conduttore televisivo e radiofonico.

È il Presidente della Nazionale Cantanti, Associazione nata nel 1981, da un’idea di Mogol per sostenere cause benefiche e per creare un’occasione di aggregazione tra i cantanti e non solo. Un’associazione, attualmente guidata dal Direttore Generale Gian Luca Pecchini, che sostiene il valore dello sport e della musica, per veicolare messaggi di pace e solidarietà non solo in Italia ma nel mondo. Nazionale Cantanti e Fondazione Progetto Arca sostengono il progetto “Profughi di Guerra” relativo all’“Emergenza Ucraina” mettendo a disposizione il numero solidale 45527 grazie alle telefonie che hanno aderito. Il numero è attivo fino al 31 marzo.

Enrico Ruggeri su TikTok

Enrico Ruggeri ha aperto il canale TikTok dove ripercorre la storia del rock, dei suoi personaggi e delle grandi opere, condensando in pochi minuti le lezioni tenute al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano nel periodo in cui aveva una Cattedra.

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