Nordio: "Separazione carriere? Va modificata la Costituzione". La frenata

Il ministro della giustizia: "Il concorso esterno in associazione mafiosa? Una fattispecie di reato che nel resto del mondo non esiste. Vi spiego come faremo"

di redazione politica
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Giustizia, Nordio: "Sulla riforma io tiro dritto. Ecco le modifiche che faremo"

La riforma della giustizia è un tema caldo. Ne hanno parlato ieri anche Mattarella e Meloni. Il Presidente della Repubblica è preoccupato per l'interpretazione di due norme: l'abolizione dell'abuso d'ufficio e del traffico di influenze. Ma il ministro Nordio non ha intenzione di fare passi indietro, soprattutto su altri due temi: separazione delle carriere tra giudici e pm e concorso esterno per associazione mafiosa. "La separazione delle carriere è consustanziale al processo accusatorio voluto da Vassalli, partigiano antifascista pluridecorato, socialista e garantista. Purtroppo, - spiega Nordio al Corriere della Sera - come ho detto, è stato attuato a metà. Essa esiste in tutto il mondo anglosassone, e non mina affatto l'indipendenza della magistratura requirente. Tuttavia richiede una revisione costituzionale, e quindi il cammino è più lungo. Comunque fa parte del programma di governo, e sarà attuata. Separazione delle carriere significa anche discrezionalità dell’azione penale e facoltà del pm di ritrattarla".

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"Tutte cose - prosegue Nordio al Corriere - che in questo momento la Costituzione non consente. Ma se fossero attuate eviterebbero almeno un trenta per cento dei processi che si rivelano inutili e dannosi e rallentano la celebrazione di quelli più importanti e quindi la giustizia sarebbe più celere". Anche sul concorso esterno il ministro Nordio ha le idee chiare: "Praticamente all’unanimità - continua Nordio - la Commissione ha concluso che il concorso esterno andava tipicizzato con una norma ad hoc, perché non esiste come fattispecie autonoma nel codice, ma è il frutto di una interpretazione giurisprudenziale che coniuga l‘art 110, sul concorso, con il 416 sull’associazione. Ha comportato un'estrema incertezza applicativa".

"Tanto - conclude Nordio - che la Cassazione ha cambiato piu volte indirizzo, e ancora fatica a trovare una definizione convincente. Mi sorprende che le critiche arrivino da magistrati, che da tecnici del diritto dovrebbero sapere che il concorso esterno è ormai, per dirla con Churchill, un enigma dentro un indovinello avvolto in un mistero".

Maria Falcone: "Da Nordio schiaffo alla memoria di Giovanni"

"Uno schiaffo alla memoria e al lavoro di Giovanni. Mi auguro che il Guardasigilli ci ripensi e si fermi". Così a Repubblica Maria Falcone, sorella del giudice assassinato dalla mafia. "E' un'offesa gravissima perché ricordo bene il grande lavoro di Giovanni per arrivare a questo primo passo importantissimo per poter indagare sui fatti di mafia" dice ancora.

"Mio fratello - afferma - diceva che la mafia non è solo composta dai famosi 'punciuti', coloro che firmano col sangue il patto di appartenenza all'associazione, ma è proprio attraverso i rapporti che riesce a stabilire con tutta una fascia ambigua della società che crea la sua maggiore forza. Nordio forse non conosce, o forse non ricorda le tante sentenze della Cassazione che hanno consolidato il reato rendendolo uno strumento fondamentale per tutti coloro che indagano sulla mafia".

Secondo Maria Falcone si rischia di mandare all'aria i processi: "Credo anche che fare affermazioni del genere mi porta a chiedere se Giovanni e Paolo, dopo tanto lavoro e dopo tanto dolore, siano morti proprio invano. Sarebbe un segnale negativo rispetto ai risultati raggiunti con tanti sacrifici in questi anni". Se passasse questa linea, conclude Falcone, "sarebbe una pietra tombale nella lotta alla mafia. Giovanni diceva che ognuno di noi deve fare la sua parte. Mi auguro che Nordio faccia la sua, perché anche lui deve dare il suo contributo nella lotta alla mafia". 

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