Guerra, il Papa inguaia Draghi-Letta-Meloni. E rilancia Salvini e Conte

Guerra, le parole di Papa Francesco terremotano la politica

Di Alberto Maggi
Papa Francesco 
Politica
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Guerra, il grido di dolore del Pontefice si fa sentire in Parlamento


"La folle corsa alle armi". Titola così questa mattina Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana. E il giornale dei vescovi dà seguito alle parole durissime e inequivocabili di ieri di Papa Francesco. Il Pontefice è stato chiarissimo: "Io mi sono vergognato quando ho letto che, non so, un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il due per cento del Pil per comprare armi, come risposta a quello che sta (succedendo) adesso: una pazzia". E ancora: "La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un'altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo: non facendo vedere i denti".

Le dichiarazioni del Santo Padre sconfessano totalmente senza se e senza tutta la politica del cattolico Joe Biden, della Nato, dell'Unione europea e anche del governo italiano guidato da Mario Draghi. Ed è evidente il profondo imbarazzo soprattutto nel Partito Democratico che, sul tema dell'invio di armi a Volodymyr Zelensky, ha visto Enrico Letta in prima fila. La cartina di tornasole è stato il filo-Dem Tg3 delle 19 di ieri sera. Mesi fa, quando Francesco chiedeva accoglienza per tutti i migranti che sbarcano, il telegiornale della terza rete Rai dava ampio spazio, diversi minuti, quasi tutti i giorni e ovviamente in chiave anti-destra, soprattutto anti-Salvini e Lega.

Nell'edizione di ieri, il Tg3 ha dedicato al massimo 30 secondi alle parole importantissime, e forse storiche, del Pd inserendo il brevissimo servizio oltre la metà del telegiornale. Non a caso, Matteo Renzi, attento ai segnali del mondo cattolico, da qualche giorno continua a ripetere che bisogna anche insistere sul dialogo e sulla mediazione. Il grido di dolore del Pontefice è anche e soprattutto una risposta, ferma e decisa, alla linea di Draghi e dell'Europa. Mercoledì scorso, parlando dopo Zelensky a Montecitorio, il premier è stato particolarmente aggressivo, nei toni, con Vladimir Putin e con la Russia e a molti è sembrato un discorso dai toni troppo belligeranti. Che forse può andar bene per la Gran Bretagna di Boris Johnson ma non per l'Italia che ha una storica tradizione diplomatica.

Il Papa, con il suo forte richiamo, in qualche modo sconfessa anche il principale partito di opposizione, Fratelli d'Italia. Proprio ieri il senatore Ignazio La Russa ha spiegato ad Affaritaliani.it che la destra è favorevole all'invio di nuovi armamenti a Kiev ("la solidarietà non si fa solo a parole e solo con le pacche sulle spalle", ha detto l'ex ministro della Difesa). E' evidente che le parole di Francesco, al contrario, rilanciano e rafforzano le posizioni politiche di Matteo Salvini e Giuseppe Conte.

Il leader della Lega, pur votando la risoluzione di maggioranza con diverse assenza tra i suoi durante il discorso di Zelensky, ha affermato di non poter applaudire quando si parla di mandare armi all'Ucraina. Non solo, sono giorni che Salvini invita tutti ad ascoltare proprio il messaggio che arriva dal Vaticano. Per quanto riguarda i 5 Stelle, l'ex premier si è detto contrario all'aumento delle spese militari al 2% del Pil - prima che parlasse il Papa - ed è quindi perfettamente in sintonia con il messaggio della Santa Sede.

Salvini e Conte, però, hanno entrambi una sorta di quinta colonna atlantista al loro interno: Giancarlo Giorgetti nella Lega e Luigi Di Maio nel Movimento 5 Stelle sono totalmente allineati alle posizioni della Casa Bianca e della Nato. Ma nei due principali partiti di maggioranza, i favorevoli alla "folle corsa alle armi" sono pochi ed è per questo che ieri il Pd ha fatto filtrare irritazione per le posizioni dei pentastellati.

 

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